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Vibo, il deserto industriale di Portosalvo. Di 5mila lavoratori ne restano 500

L’emblema dell’ecatombe del sistema economico vibonese alla periferia del capoluogo

L'area industriale di Portosalvo a Vibo Valentia

«Abbiamo vissuto soltanto nell’illusione che saremmo cresciuti, che ci sarebbe stato sviluppo e economia. Ma tutto è andato in altra direzione». Questa illusione ha una estensione geografica ben precisa, ed è la zona industriale di Portosalvo. Un’estesa area su cui un tempo fiorivano decine di aziende e che oggi è solo il luogo di tanti capannoni dismessi. Segno evidente che di attività produttiva ormai è rimasto ben poco. Lo sa bene F.P. amministratore delegato di due aziende che per fortuna ancora resistono in attività, nonostante le tante difficoltà da affrontare quotidianamente. «Più che operare – spiega l’imprenditore – sopravviviamo. Nonostante la crisi siamo riusciti a diversificarci e rimanere, dunque, nel mercato. Ma tante cose non vanno come dovrebbero andare». Fra tutte, il decentramento della zona industriale, che proprio per mancanza dello sviluppo della rete dei trasporti, e quindi delle difficoltà legate alla mobilità, fa soffrire le aziende in una condizione di periferia. Il tutto con un aggravio di costi da sopportare. «Già raggiungere la parte centrale della Calabria con in nostri mezzi, per esempio Lamezia ed il suo aeroporto, per noi significa sostenere dei costi che in altri contesti non sarebbero giustificati».

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