«Si è conclusa nel peggiore dei modi la procedura di licenziamento collettivo aperta nel mese di agosto dall’azienda Komunika srl». Lo comunica, con una nota, la segreteria della Slc Cgil Calabria. «Il 15 novembre 2021 - è scritto - presso la commissione tripartita della Regione Calabria, nonostante gli ultimi tentativi della Slc Cgil Calabria, unica organizzazione sindacale presente, volti a scongiurare i licenziamenti, l’azienda ha confermato la volontà di procedere con il licenziamento di 16 lavoratori. Esprimiamo - afferma la segreteria - tutta la nostra amarezza e disappunto di fronte alla decisione di un’azienda che, dopo aver sfruttato gli aiuti di stato, come la cassa integrazione covid, auspicavamo potesse dimostrare maggior attenzione rispetto al gravissimo dramma sociale che conseguirà dai licenziamenti. Ciò che fa più male - continua il sindacato - è il fatto che l’utilizzo del contratto di solidarietà, da noi più volte sollecitato, avrebbe permesso la messa in sicurezza del perimetro occupazionale almeno per i prossimi tre anni». A nulla, si fa rilevare, «è valsa la disponibilità dei lavoratori a ridursi l’orario di lavoro pur di conservare il proprio posto: ancora una volta le logiche economiche hanno avuto la meglio sulla necessità dei lavoratori di lavorare per portare un pezzo di pane a casa. Sono anni che lo diciamo e lo ribadiamo ancora con più fermezza: urge una riforma degli ammortizzatori sociali con regole di accesso e di utilizzo più stringenti che possano tagliare fuori tutti quegli imprenditori che utilizzano i soldi della collettività solo per trarne un vantaggio economico aumentando il proprio margine di profitto sulla pelle dei lavoratori puntualmente scaricati al primo vento di crisi. Nel caso specifico della Komunika s.r.l., non possiamo nascondere - continua la nota - anche una certa preoccupazione per il futuro dei lavoratori superstiti che si vedranno costretti a lavorare in condizioni critiche, visto che il personale rimasto sarà, secondo le nostre valutazioni, fortemente sottodimensionato e inadeguato a gestire i carichi di lavoro. Ma se la procedura può dirsi purtroppo conclusa, di sicuro non lo è la nostra lotta per tutelare i diritti dei lavoratori iscritti alla nostra organizzazione sindacale. I legali della Cgil - conclude il sindacato - sono infatti già all’opera per far valere le nostre ragioni nelle sedi più opportune».
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