Catanzaro, la ricetta di Falbo per il centro storico: "Puntare anche su abbigliamento e servizi"
Un’analisi approfondita sulle prospettive del centro storico di Catanzaro. Il presidente della Camera di commercio della Calabria centrale, Pietro Falbo, spiega gli scenari attuali e indica quelli futuri, anche dell’ente camerale che nel suo nuovo assetto guarda ora alle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.
Lei è oggi presidente della nuova Camera di commercio della Calabria centrale ma ha anche un ruolo di vertice in Confcommercio, un punto di osservazione privilegiato insomma. Qual è lo stato di salute del commercio cittadino e delle sue imprese?
"Di recente, abbiamo registrato un rinnovato fermento del tessuto imprenditoriale in città. Finora, eravamo più abituati al dinamismo del quartiere marinaro che ha beneficiato della presenza di giovani studenti e ha saputo sfruttare quell’opportunità trasformandola in una occasione di crescita. Tuttavia, anche il centro storico sta ritrovando una sua centralità e una sua vocazione, grazie al coraggio di tanti imprenditori che hanno scommesso e investito, quasi come una missione. Sono nate molte attività di ristorazione è vero ma a parte ciò non possiamo non rilevare come altre filiere come quelle dell’abbigliamento e dei servizi continuino a soffrire. Le presenze sono scemate nel corso degli anni ma questa conseguenza è anche il frutto di un calo demografico e di una desertificazione che ha comportato una certa difficoltà a mantenere sul mercato attività competitive e all’altezza delle sfide che provengono ad esempio dall’e-commerce".
Prima la pandemia e le conseguenti restrizioni, poi la crisi geopolitica e gli aumenti dei costi energetici. Nonostante ciò, però, le attività del centro storico sembrano in fermento, tra nuove aperture e un saldo positivo rispetto alle cessazioni come evidenziato dal sindaco Fiorita…
"È vero ed è certamente un saldo che fa ben sperare anche per il futuro. Credo che i centri storici possano diventare veri e propri incubatori per le imprese, centri commerciali a cielo aperto in cui un’attività diviene presupposto e innesco di una nuova impresa di servizi alla prima correlata. A patto però che questo innesco non venga ad essere depotenziato o smorzato da azioni amministrative errate, come avvenuto in passato. L’imprenditoria è espressione delle dinamiche sociali di una città, la sua crescita deve essere accompagnata senza alterare o distorcercene le vocazioni. In passato si è parlato di centri commerciali naturali, in risposta alla nascita di centri commerciali in periferia che stavano snaturando la vita dell’agora. Credo che il centro storico di Catanzaro per sua conformazione e vocazione possa assurgere a quella funzione se sostenuta e riempita di contenuti".
Le misure sulla mobilità, in particolare l’isola pedonale, che ruolo giocano in questo scenario attuale e quale potrà essere il loro contributo per il futuro?
"Questo è il classico esempio di come una scelta amministrativa può influire, in positivo o in negativo, sulle dinamiche economiche e imprenditoriali di una data area. L’isola pedonale nel centro storico è un argomento annoso che spesso ha diviso cittadini e imprese. Io credo che in questo caso sia necessario trovare un giusto equilibrio tra la voglia dei catanzaresi di vivere il centro storico e le esigenze dei commercianti di non vedersi troppo penalizzati da una mobilità che è oggettivamente complessa. Sono convinto che l’isola pedonale potrà trovare la condivisione degli esercenti se questa verrà accompagnata da una serie di riforme strutturali che riguardino in particolare la realizzazione di parcheggi e di un nuovo sistema di mobilità e quindi di sosta".
Il sindaco ha evidenziato la vocazione food del centro storico. Ma su quali altri settori - e quali azioni saranno necessarie - pensa si dovrebbe puntare per consolidarne il tessuto economico?
"Ciò su cui certamente si potrebbe investire per consolidare questo rinnovato fermento imprenditoriale è, ad esempio, una qualificata offerta di negozi di abbigliamento, di artigianato e di servizi e strutture ricettive, queste ultime presenti in numero davvero esiguo. Le attività commerciali presenti in centro storico risultano essere non alimentari per il 22%, alimentari (discount, supermercati) pari al 8% e pubblici esercizi (ristorazione e food) pari a circa il 18%. Investire per ampliare l’offerta commerciale potrebbe riflettersi positivamente sull’intero indotto e fare da traino per ulteriori innesti".
L’ente camerale ha giocato un ruolo attivo in questi anni, qual è ora la visione che lei intende concretizzare tenendo anche conto del più ampio bacino di riferimento?
"Già in occasione dell’allestimento dei cartelloni natalizi abbiamo voluto tracciare la rotta del nuovo ente. La Camera di Commercio ha inteso fortemente compartecipare ai finanziamenti degli eventi che si sono tenuti nelle tre province e che si sono concentrati per l’appunto nei centri storici delle città di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Di recente, abbiamo poi approvato il programma pluriennale 2022/2027 che indica la mission del nuovo ente. L’accorpamento deve essere una occasione per valorizzare le specificità territoriali e metterle a fattor comune. Dobbiamo creare un ecosistema favorevole e sostenibile per le imprese, ciò vuol dire accompagnarle nei processi di internazionalizzazione e condurle attraverso le nuove sfide della transizione digitale ed ecologica. Ma soprattutto creare condizioni ottimali di crescita e di espansione anche verso i mercati esteri".