«Oggi ci sono due buone ragioni per essere ottimisti sul rilancio del Mezzogiorno. La prima è la straordinaria quantità di risorse che l’Unione Europea ha messo a disposizione del Sud. La seconda è il nuovo contesto geopolitico, che presenta opportunità molto importanti per i Paesi del Mediterraneo». Lo ha detto il commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni aprendo, con un videomessaggio, i lavori della 'due giorni' di «South Innovation», l’incontro promosso e organizzato a Maida, in Calabria, da Entopan Smart Networks & Strategies, in partnership con Harmonic Innovation Group, Plug and Play, Deloitte, Efm, e Rina Prime Value Services, per «promuovere - come hanno spiegato gli organizzatori - un confronto sulle sinergie e strategie utili a favorire il consolidamento del ruolo del Mezzogiorno d’Italia quale piattaforma mediterranea di sviluppo sostenibile e armonico».
«Abbiamo Next Generation Eu - ha aggiunto Gentiloni - che, tramite il Pnrr, assegna circa 86 miliardi al Mezzogiorno, di cui 8 miliardi alla Calabria e a questi si aggiungono le risorse tradizionali dei fondi strutturali e quelle nuove di React-Eu: sommate, oltre 50 miliardi per le Regioni del Sud. Si tratta complessivamente di una capacità di spesa e di investimento enorme per puntare finalmente al riequilibrio territoriale e al rilancio dello sviluppo del Sud, all’insegna dell’innovazione, della sostenibilità e dell’inclusione sociale. Ma non si tratta solo di mettere più risorse per le politiche di convergenza, il Pnrr obbliga infatti a ragionare in termini sistemici sulle condizioni di contesto dell’attività economica, su come rendere più efficace l’intervento pubblico, sulle sinergie tra pubblico e privato».
È stata poi la volta del Professor Luca Meldolesi, Presidente A Colorni-Hirshman International Institute, centro studi nato anche all’interno dell’esperienza ENTOPAN e di essa - così come dell’Harmonic Innovation Group -divenuto motore di pensiero.
L’apertura è proseguita con la presentazione del Rapporto Deloitte: “Mezzogiorno 2025”.
Dallo Studio emerge che, seppure il Mezzogiorno risenta della presenza di criticità rilevanti, quali l’elevata disoccupazione, il tasso di irregolarità degli occupati, nonché la ridotta produttività oraria e la spesa in R&D, ancora distanti dalla media nazionale (anch’essa bassa, l’Italia presenta un valore di spesa in R&D pari a 1,5% del PIL a fronte di 2,3% della media europea), vi sono eccellenze altrettanto rilevanti, come l’agroalimentare, il turismo e la capacità di produrre energia rinnovabile, che sono opportunità di crescita e sviluppo indispensabili da cogliere.
Partendo da un campione composto da oltre 350.000 società italiane, Deloitte ha costruito un modello econometrico per la stima dell'efficienza delle singole società, che ha consentito un’analisi comparata a livello sia regionale che settoriale anche sotto il profilo della produttività. Ne emerge che il Mezzogiorno ha già conseguito buoni risultati in termini di efficienza e produttività nei settori del commercio, della produzione industriale e delle costruzioni (dove l’indice di efficienza è compreso tra 0,74 e 0,76, a fronte di un valore massimo pari a 1) e che negli altri settori analizzati, un miglioramento dell’efficienza permetterebbe di ridurre il divario rispetto alle altre aree. L’analisi della produttività evidenzia la necessità di avviare un processo di industrializzazione trasversale sui diversi settori.
L'indice di efficienza tecnica è stato inoltre combinato con l'indice di competitività regionale (Regional Competitiveness Index - RCI) della Commissione europea, basato su background istituzionale, innovazione ed efficienza. L’analisi del RCI ha mostrato che il Mezzogiorno ha realizzato una buona performance in termini di competitività rispetto alle altre aree nelle Istituzioni, nelle Infrastrutture e nell’Istruzione superiore.
Come strumento di analisi addizionale, è stata distribuita una survey ad un campione rappresentativo di imprese del Mezzogiorno, da cui è risultato che, rispetto alle 3 macro-tematiche su cui sono state chiamate a rispondere - innovazione, internazionalizzazione e sostenibilità - l’innovazione è quella a cui è attribuito il maggiore rilievo in termini di allocazione degli investimenti per i prossimi due anni (24% dei rispondenti). Tuttavia, circa un terzo dei rispondenti dichiara di non aver previsto un piano di investimenti dedicati nel breve termine.
Lo strumento principale per la realizzazione degli obiettivi di industrializzazione e innovazione è sicuramente rappresentato dalla finanza: in particolare, si rende necessario reperire nuova finanza e sfruttare al meglio i fondi PNRR, anche in considerazione del vincolo di destinazione al Mezzogiorno.
“L’urgenza della questione meridionale è un punto qualificante del PNRR, cui è stato destinato circa il 40% delle risorse totali, al fine di finanziare riforme ed interventi talvolta esclusivi per le 8 Regioni coinvolte. Deloitte ha sempre creduto e investito molto nel Mezzogiorno, attraverso la stabile presenza sul territorio con sedi a Napoli e Bari, ma anche attraverso un costante confronto con le imprese e le istituzioni locali” ha commentato Francesco Iannamorelli, Partner di Deloitte. “Deloitte ha avviato da tempo un’attività di studio volta ad indagare approfonditamente le regioni del Mezzogiorno, sia dal punto di vista economico che sociale. Sono in corso di realizzazione una serie di Osservatori su singole Regioni del Mezzogiorno che verranno presentati nei prossimi mesi per fornire un’analisi dettagliata dell’economia regionale, delle relative potenzialità e degli strumenti necessari per coglierne i vantaggi.
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