Da un lato le proteste e i mugugni dei tirocinanti, dall’altro la mobilitazione dei sindaci – sotto l’egida dell’Anci – contro la riforma dell’Autonomia differenziata «che rischia di spaccare ulteriormente il Paese». La protesta degli amministratori locali, diverse le adesioni registrate nelle ultime ore, è in programma per martedì 13 con sit-in organizzati davanti alle cinque Prefetture calabresi. Alla protesta aderiranno anche il Pd e la Cgil.
Intanto, come accennato, sale la tensione sulla vertenza dei tirocinanti. E ciò dopo che a Montecitorio, nelle commissioni chiamate a esaminare il decreto Milleproroghe, è stato accantonato l’emendamento finalizzato a garantire contratti di 18 mesi a 18 ore settimanali per circa quattromila tirocinanti d’inclusione sociale. Tecnicamente non è una bocciatura: significa però che la proposta viene messa da parte, magari per fare ulteriori “approfondimenti”, o aspettando che venga ritirata, oppure riformulata. Decisive saranno le prossime ore. Martedì, infatti, a Montecitorio inizia la votazione sugli emendamenti e si capirà in quella sede se il lavoro di mediazione portato avanti produrrà risultati. «Intanto, le organizzazioni sindacali – sostengono in una nota –, in continuità con quanto già organizzato nei mesi precedenti, preannunciano lo stato di agitazione di tutti i tirocinanti in tutti gli enti, anche con momenti di astensione dalle attività, dal 12 al 15 febbraio proprio in concomitanza con la discussione del decreto legge Milleproroghe».
Calabria in subbuglio contro Roma
Tensione tra i tirocinanti dopo l’accantonamento dell’emendamento al Milleproroghe. Martedì il giorno-verità. La trincea dei sindaci: no all’Autonomia. Protestano anche Pd e Cgil
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