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Il quartiere Lido a Catanzaro, "una città nella città". Lo sviluppo passa da turismo e servizi

Il punto di vista degli ingegneri espresso alla Conferenza di pianificazione del Psc. Il territorio marinaro penalizzato da una crescita edificatoria incontrollata Interrogativi sul porto: quale strategia una volta ultimato il completamento?

Non basta risollevare il centro storico per far rialzare l’intera città. Con un territorio così vasto e con le diverse realtà che lo caratterizzano, il capoluogo di regione deve trovare una chiave di sviluppo omogenea, che sia cioè valida in ogni sua parte. Per fare ciò occorre quindi un’azione ampia, che può anche essere quella prevista dal redigendo piano strutturale comunale che punta sui nuclei di sviluppo (legati ai vari quartieri) per indicare la strada futura della città.

Nell’approfondito confronto sull’urbanistica che verrà, e dunque nel corso della conferenza di pianificazione del Psc, gli Ordini professionali non hanno mancato di fornire proprie indicazioni e suggerimenti per far sì che questa azione possa essere la più ampia possibile. E hanno guardato con una certa costanza anche alle prospettive del quartiere marinaro, «una città nella città» l’ha definita il presidente degli ingegneri Gerlando Cuffaro nella relazione depositata agli atti e redatta assieme ai colleghi della commissione urbanistica ed edilizia Fabio Cosco e Giuseppe Stefanucci.

Lido non è un quartiere al quale guardare di tanto in tanto per andare a tamponare le emergenze che dovessero sopravvenire; si tratta invece di una realtà che necessita di un’attenzione costante e di un potenziamento complessivo che dia risposte all’imponente crescita (a tratti incontrollata) avuta nel corso degli ultimi decenni. Gli ingegneri mettono in fila gli input che hanno portato a questa trasformazione da meta estiva a città vissuta 12 mesi all’anno: la nascita dell’università a Germaneto e del parco commerciale a Barone. Soprattutto con la crescita della popolazione studentesca è aumentata la domanda di alloggi, c’è stata nuova edificazione. Ma a tutto ciò non ha fatto seguito «la realizzazione di nuove opere di urbanizzazione e l’adeguamento di quelle esistenti».
Così, «l’edificazione incontrollata e la mancanza di una pianificazione territoriale hanno comportato grandi disagi, soprattutto nel periodo estivo, come la carenza delle risorse idriche e il non corretto trattamento delle acque reflue».

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