L’Aedo c’era. Anzi, forse, anche più d’uno. Insieme ai protagonisti, attori, prime donne, seconde donne, uomini, e comparse. Tante. Perché doveva essere una conferenza stampa, ma per la stampa non c’era spazio, così come non c’è stato spazio per le domande. Ma è teatro, bellezza. Quello che dopo 25 anni chiama. E chiama sulle note di una campagna elettorale che dietro le quinte anima. Trionfale. E si inizia dalla fine. Da fine anno. Coup de théâtre: il sipario si alza quando ormai non ci credeva più nessuno, una grande conquista per l’intera provincia. Che il suo teatro lo aveva, costruito dai francesi, e lo ha abbattuto per far spazio al cemento. Il “San Carlino”, così lo chiamavano. Lo hanno ricordato ieri. Tutti. Ma proprio tutti. Lì sul palcoscenico, pronti ad andare in scena, ancor prima della... prima. Sic et simpliciter, una «giornata storica». La giornata degli attori e degli spettatori. Tra applausi e sorrisi. L’occasione per esserci. Per farsi vedere, ammiccare. Per le domande ci sarà tempo. Per capire se tutti i collaudi, gli ascensori e gli arredi sono in ordine, se la videosorveglianza è attiva, se l’esterno è illuminato, come sarà gestito. Ma era la giornata «della cultura». Ergo, niente domande. C’era l’Aedo. Per il resto, attenderemo Godot...