M5S primo partito a Catanzaro ma è il centrodestra a confermare la sua presa storica sul capoluogo di regione conquistando a livello di collegio uninominale - coincidente con il territorio della provincia - un 39,15% di voti (oltre 53mila) che vale la conquista del seggio, come da pronostico, per la deputata uscente di Fratelli d’Italia Wanda Ferro. Un quarto dei voti sono arrivati proprio da Catanzaro, del resto città d’origine della deputata che qui ha sviluppato la sua formazione politica partendo dal Comune per poi passare alla guida della Provincia e poi, breve parentesi, alla Regione da consigliera di opposizione, dopo la sfida persa con Mario Oliverio. Poi il primo mandato in Parlamento con FdI - allora eletta nel collegio vibonese, con un’altra legge elettorale - ora confermato a suon di voti.
Il richiamo del centrodestra
La città di Catanzaro ha del resto risposto alla chiamata del centrodestra, nonostante un’amministrazione a trazione centrosinistra ma con un’impronta ampia del colore opposto in Consiglio. Sui Tre colli Ferro ha ottenuto 12.371 voti con una performance brillante del suo partito, primo in città per la coalizione con 7.316 voti; nettamente staccata Forza Italia al 7,83% e 2.564 voti; crollo della Lega (che pure esprime il presidente del Consiglio regionale, il catanzarese doc Filippo Mancuso); flop di Noi moderati, la “creatura” che avrebbe dovuto raccogliere i centristi, anche con il sostegno di Domenico Tallini (responsabile regionale enti locali del partito di Lupi), non andata oltre una manciata di voti, appena 131 per lo 0,40%.
I pentastellati
È il primo partito in città il M5S, sostenuto da 10.785 voti (30,17) andati alla candidata all’uninominale Elisa Scutellà e attestatosi a 10.258 voti di preferenza al proporzionale (31,31%) che evidentemente indicano che dopo la fiammata delle precedenti Politiche più di qualcosa ancora è rimasto nel capoluogo, considerato che diventa il partito che ha realizzato la performance migliore tra l’Alli e il Corace della coalizione che guida Palazzo De Nobili dove esprime un solo consigliere. Il centrosinistra Giusy Iemma (vicesindaco di Catanzaro) ha fatto ancora una volta il suo, raccogliendo 8.266 voti (23,12%) ma si sapeva che la sfida al collegio uninominale sarebbe stata improba. Il suo Pd ha messo in fila 5.559 voti, che sono la stragrande maggioranza della coalizione di centrosinistra; le altre forze hanno realizzato ben poca cosa, con il pesante flop di Impegno civico di Luigi Di Maio che ha raccolto appena 252 voti (0,77%). Leggermente meglio, ma si parla di numeri che neanche alle Comunali avrebbero portato molto frutto, hanno fatto Alleanza Verdi e Sinistra (683 voti) e +Europa con 441. Il Terzo polo Azione, Italia Viva e Calenda non portano grande frutto in città per il candidato Francesco Mauro (sindaco di Sellia Marina) che ha raccolto 1.659 voti (il 4,64%); non è bastata la visita di Maria Elena Boschi (1.545 i voti al proporzionale a Catanzaro) per accendere gli entusiasmi dei renziani ma neppure l’area Calenda - in Consiglio è rappresentata da Raffaele Serò - ha trovato la giusta chiave per raccogliere più consensi.
Le alternative a secco
Ha raccolto poco Unione popolare con de Magistris che in Piero Bevilacqua aveva il front runner: 864 (803 al partito) i voti raccolti in città dal candidato che si è attestato al 2,42%. Poca spinta per Italexit per l’Italia con Giuseppe Gigliotti (549 voti) e lo stesso per la senatrice uscente Bianca Laura Granato che con Italia sovrana e popolare ha raccolto 547 voti in città. Non sono arrivati neanche a 300 voti ciascuno Ilaria Faragò (Sud chiama Nord), Barbara Spataro (Pci), Antonio Talarico (Partito animalista), Adele Lamonica (Vita), Natalina Latorre (alternativa per l’Italia), Caterina Vesci (Mastella - Noi di centro - Europeisti), Laura Careri (Forza del popolo).
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