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Provincia di Vibo, l’ente a brandelli terreno di spartizioni

Non fa più gola come un tempo, ma rimane terreno di spartizione politica. L’amministrazione provinciale, pur svuotata di contenuti e significato dalla legge Delrio, non si può dire che sia stata mollata dai partiti. D’altronde, è sulla Provincia, seppure ormai spolpata e ridotta in brandelli, che meglio si esercita il trasversalismo teso a far prevalere interessi precisi, a prescindere dalle necessità della gente.

Così, in vista delle elezioni in programma il prossimo 31 ottobre, sono iniziate le interpartitiche. E mentre il centrosinistra sembra abbastanza statico, fervono le trattative in quello che fu il centrodestra ed oggi è un’accozzaglia di forze che fanno molta fatica a rimanere sedute allo stesso tavolo.

Così questa sera sarà la volta della seconda interpartitica nel giro di una settimana, o poco più per analizzare nel dettaglio la scelta del papabile presidente. Non figure di primo piano del panorama territoriale, visto che le elezioni provinciali serviranno ai partiti politici, specie nel centrodestra, per aprire il dibattito e il tavolo delle trattative in vista di regionali e comunali.

Ecco perchè tutti vogliono partecipare alle trattative. Per far pesare e parecchio i propri voti ponderati e pretendere che gli... alleati assumano impegni per il futuro. In questa logica va letta la partecipazione di tutto il centrodestra alle riunioni convocate da Forza Italia. Questo pomeriggio, alle 18, nella sede degli azzurri, nuova puntata di una storia non tanto per appassionati, quanto per interessati.

Le delegazioni dei partiti saranno meno folte: al tavolo si ritroveranno il senatore Giuseppe Mangialavori, coordinatore provinciale di Forza Italia, Ottavio Bruni (Udc), Antonello Fusca (FdI), Antonio Piserà (Lega), Salvatore Bulzomì (Sovranisti) e Stefano Luciano, espressione di Vibo Unica, che ha da qualche settimana ricominciato a dialogare con l’Udc ed ha chiuso un accordo programmatico proprio con l’Mns. Tutti o quasi con un proprio nome da spendere e magari da bruciare più o meno volontariamente...

Ovviamente non della disoccupazione giovanile ragioneranno i Ras del centrodestra, ma del nome su cui puntare alle elezioni del 31 ottobre. L’idea è di trovare un accordo su un nominativo condiviso, ma se il tavolo saltasse, ha fatto sapere qualche giorno addietro qualcuno dei protagonisti, non bisognerebbe poi farne un dramma.

Forza Italia ripartirà da due ipotesi: una pista conduce al sindaco di Stefanaconi Salvatore Solano, con un passato nel Pd, ma da tempo vicino a Mangialavori, l’altra al primo cittadino di Zambrone Corrado L’Andolina, uomo di fiducia del parlamentare azzurro.

L’Udc, ovviamente, non intende rinunciare alla candidatura del sindaco Capistrano Marco Martino. Gli altri partiti stanno a guardare per capire come far pesare il più possibile i propri voti.

Ma se le posizioni non si dovessero riavvicinare, magari trovando un candidato di superamento, il tavolo rischierebbe di fallire. E nessuno dovrebbe meravigliarsene.

Le contraddizioni sono tante, in effetti. La “coalizione”, ad esempio, ha messo da parte la possibilità di puntare sul sindaco di Vibo Elio Costa che pure Forza Italia sostiene al Comune. A proposito, anche su questo serviranno chiarimenti: perchè un centrodestra che dovesse andare unito alla Provincia, non potrebbe poi rimanere diviso a palazzo “Luigi Razza”. Nel corso dell'ultima interpartitica, Alfonso Grillo (FI) ha espresso questo concetto in modo chiaro. Ecco perchè, a giudicare da tali premesse, sono molti più gli elementi di divisione che quelli di unione su un tavolo nato con tanti buoni propositi, ma che rischia di naufragare in un baleno.

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