Un voto “quasi” senza sorprese quello con il quale il consiglio comunale ha aderito alla richiesta dell’associazione interregionale “Vivere insieme” di poter acquistare l’area dell’ex piano di zona “Corvo-Aranceto” che rientra nel progetto di riqualificazione di Catanzaro Sud. Una parte del Bando nazionale per le periferie i cui fondi sono ormai a rischio. Si tratta di un terreno che l’associazione ha in concessione con diritto di superficie per 80 anni.
Le sorprese sono arrivate dal voto favorevole del consigliere di opposizione Eugenio Riccio, che ha comunque spiegato la sua scelta affermando che ci sono le dovute garanzie e che il progetto prevede il recupero di aree degradate e interventi in favore delle famiglie meno abbienti, e dall’uscita al momento del voto degli azzurri Giovanni Merante e Antonio Triffiletti, che già nei giorni scorsi erano stati critici rispetto alla frequenza dei lavori consiliari e della giunta. Merante nel corso della seduta aveva chiesto di revocare l’atto e di ridiscuterne i contenuti per avere più garanzie a tutela dei consiglieri e dell’ente. Richiesta poi bocciata dalla maggioranza.
La discussione sulla richiesta di “Vivere Insieme” si è accesa in particolare attorno ad alcuni rilievi dell’opposizione che ha respinto il carattere di urgenza col quale il presidente Marco Polimeni ha convocato la seduta, alla quale peraltro il sindaco Sergio Abramo non ha partecipato per motivi di salute. Il vicesindaco Ivan Cardamone ha evidenziato l’impegno dell’amministrazione per le periferie spiegando che la delibera è un tassello decisivo di questo percorso; ha aggiunto che l’urgenza si fonda su una richiesta giunta via pec dal ministero che ha posto il 15 settembre quale termine perentorio per approvare o integrare progetti. Una tesi che il capogruppo di Cambiavento Nicola Fiorita attaccherà duramente nella dichiarazione di voto con la quale il gruppo lascerà poi l’aula sostenendo che «in realtà la pec in questione è quella inviata da un privato che ha manifestato un interesse, pure legittimo ma non decisivo per una pubblica amministrazione».
Il provvedimento prevede dunque che l’area venga inserita nel piano delle alienazioni e che venga avviato l’iter per la vendita, con un bando pubblico e una valutazione economica da parte dell’Agenzia delle entrate. Nel merito i consiglieri Roberto Guerriero, Gianmichele Bosco e Fiorita hanno chiesto chiarimenti sia sui contenuti sia sull’urgenza della seduta. «Arriviamo in consiglio senza sapere con chiarezza su cosa si voti – ha affermato Guerriero – senza il passaggio in commissione Urbanistica e senza dunque la necessaria documentazione». Di contro, il consigliere di maggioranza Filippo Mancuso ha parlato di «pratica lineare» spiegando che l’associazione ha interesse ad acquistare l’area sulla quale realizzare interventi per milioni di euro, anziché restare con una concessione. Bosco, dal canto suo, ha definito la relazione «carente» respingendo il carattere urgente della seduta: «Forse alla base della convocazione c’è la nota di Merante e Triffiletti?» si è chiesto aggiungendo che «noi dobbiamo tutelare l’interesse pubblico, del privato poco deve interessarci». Il capogruppo Fiorita ha manifestato seri dubbi sull’opportunità di riunire il consiglio per discutere «di un pezzettino del progetto» chiedendo cosa accadrebbe se il bando venisse vinto da altri: «Salterebbe tutto? O deve vincere per forza l’associazione proponente?». Alla discussione hanno fornito elementi anche il dirigente Andrea Adelchi Ottaviano e il segretario generale Vincenzina Sica.