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Un badge per i consiglieri? A Catanzaro tiene banco il "caso commissioni"

«Gli oneri per i permessi retribuiti dei lavoratori dipendenti da privati o da enti pubblici economici sono a carico dell’ente presso il quale gli stessi lavoratori esercitano le funzioni pubbliche». Lo ribadisce la determina dirigenziale 665 del 3 marzo 2018, che per l’anno in corso impegnava 150mila euro destinati alle ditte che hanno consiglieri comunali tra i consiglieri comunali.

Otto in tutto i soggetti esterni coinvolti: Zoo-market, Verdeoro società cooperativa, A. B. immobiliare, Idea Italian Store, Adhospites srls, Siram, La Notifica e azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio. Ma non è questo il nocciolo della questione, che tanto sta facendo discutere dalle parti di Palazzo De Nobili: l’impegno dei consiglieri comunali, che rende impossibile la loro attività nelle società di cui sono dipendenti, si snoda soprattutto nelle cinque commissioni permanenti riunite da lunedì a venerdì dalle 8 alle 14.

Ed è su questo che qualche dubbio il presidente dell’associazione “I Quartieri”, Alfredo Serrao, l’ha sollevato con una denuncia pubblica: «Sono vuote le stanze del palazzo dove dovrebbero essere in seduta permanente le commissioni». A sua volta il sindaco Sergio Abramo ha chiesto chiarimenti, così come ha fatto il presidente del Consiglio, Marco Polimeni. Immediate le risposte dei presidenti di commissione, secondo cui è tutto in regola e comunque autocertificato dai singoli consiglieri.

Delucidazioni insufficienti secondo Serrao, che ieri è tornato alla carica proponendo fra l’altro che la “vigilanza” venga effettuata tramite le riprese in streaming come avviene col Consiglio comunale o dotando i consiglieri comunali di un badge: «Le risposte che stanno pervenendo – esordisce il presidente de “I Quartieri” – non solo non chiariscono i termini, ma diventano la classica foglia di fico, grazie alla quale la casta va in autodifesa nell’irresponsabile non conoscenza, voluta, che alimenta il disinteresse del popolo e che, proprio a Catanzaro, sta dilapidando un patrimonio umano e nel contempo politico. A volte ammettere di aver sbagliato non è poi difficile!».

Secondo Serrao sarebbe «utile capire, considerato che le commissioni si riuniscono nei giorni feriali (escluso il sabato) dalle 8 alle 14, se i rimborsi che l’ente paga ai consiglieri comunali, dipendenti pubblici o privati, si riferiscono a contratti part-time o full-time. Giusto perché – incalza Serrao – se i contratti di riferimento sono full-time, un monte ore giornaliero di 7,40 o 8 ore non si copre con l’attività in commissione. Perciò sarebbe utile attivare attraverso il segretario generale tutti gli atti di verifica presso i datori di lavoro». Ma non è tutto: «La presenza dei consiglieri comunali – rimarca Serrao – non si autocertifica con l’apposizione della firma sul verbale, ma è il presidente che certifica e successivamente autocertifica ai datori di lavoro, non tanto e non solo la presenza, quanto l’effettiva partecipazione oraria dei consiglieri all’interno della commissione, validando un orario di entrata ed un orario di uscita. La stessa autocertificazione che il presidente si attribuisce per quanto attiene il suo rapporto di lavoro esterno al ruolo di consigliere comunale».

G.L.R.

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