Sigillo della Corte dei Conti sul bilancio della Regione Calabria, sanità e partecipate i nodi cruciali
Pur mantenendo alta l’attenzione sulle criticità riscontrate nella gestione di settori cruciali come la sanità e gli enti sub regionali, la sezione regionale di Controllo della Corte dei conti presieduta per l’occasione dal presidente nazionale della magistratura contabile Angelo Buscema, ha “parificato” il rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2017. È stato accertato un risultato di amministrazione pari a 988 milioni di euro con un disavanzo effettivo pari a 99 milioni nettamente inferiore a quello dell’anno precedente. Tuttavia è stato rilevato che sono stati riconosciuti debiti fuori bilancio in relazione a spese per le quali l’impegno era stato assunto anteriormente al riconoscimento. È stato riscontrato un disordine amministrativo in cui si annidano potenziali rischi di compromettere la funzione di programmazione del bilancio. Diversi i crediti di dubbia esigibilità tra cui le entrate tributarie, soprattutto quelle che finanziano la sanità. Su questo settore cruciale (la spesa sanitaria rappresenta il 68% degli impegni e il 47% degli stanziamenti) si sono soffermati tutti i relatori evidenziando serie criticità gestionali soprattutto riguardo al sistematico ritardo nel pagamento delle obbligazioni commerciali, che dà luogo alla lievitazione del passivo per il pagamento degli interessi moratori e talvolta addirittura alla duplicazione dei pagamenti, “perdurante da anni - è stato detto dal procuratore regionale Rossella Scerbo- senza che siano state adottate contromisure minime quali la creazione di raccordi tra i vari uffici coinvolti, lasciando adito al timore di debiti occulti e quindi di un disavanzo maggiore di quello accertato”. Molto grave l’impatto della mobilità dei calabresi che preferiscono curarsi in altre regioni con la conseguenza che la Calabria deve rifondere le prestazioni rese ai propri residenti da strutture extra regionali. La sezione controllo della corte dei conti ha calcolato che nel 2017 il fenomeno della mobilità è costato ad ogni cittadino calabrese 150 euro, che è il valore pro capite peggiore d’Italia ed è destinato ad aumentare fino a 163 euro nel 2018. Per quanto riguarda le società partecipate la sezione ha osservato che la regione Calabria possiede partecipazioni in numerose entità, parte delle quali da tempo sottoposte a procedure fallimentari o di liquidazione coatta. Questa eccessiva proliferazione di partecipazioni in società non pienamente efficienti non sempre è stata accompagnata da motivazioni adeguate. La Regione sceglie di mantenere partecipazioni in cinque enti smentendo le decisioni adottate non più di due anni prima, quando era stato deciso di dismettere società (come Banca Popolare etica) ora mantenute, e di mantenere partecipazioni come quelle in Aeroporto Sant’Anna e Sogas attualmente da dismettere.