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Regione Calabria, resistenze e sorprese sulla rotazione del personale

Regione Calabria

Qualcosa è cambiato (in meglio) sul fronte dell’anticorruzione alla Regione, ma la strada per il raggiungimento di obiettivi soddisfacenti resta ancora molto lunga. La relazione finale sul monitoraggio della rotazione del personale, firmata dalla responsabile del settore, l’avvocatessa Francesca Palumbo, disegna un quadro fatto di luci e ombre, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola.

«Alcuni dipartimenti - si legge nel documento inviato al governatore Mario Oliverio e ai direttori generali della Cittadella - hanno fatto degli sforzi considerevoli nei diversi step di attuazione della rotazione del personale, altri, invece, hanno dimostrato una resistenza all’attuazione della rotazione sin dalle fasi iniziali di individuazione del personale nelle aree a rischio corruzione».

Qualche esempio concreto: il dipartimento Salute non ha effettuato nessun spostamento di personale nell’anno che sta per concludersi. E più o meno lo stesso ha fatto il dipartimento Personale, che ha dichiarato di aver fatto ruotare soltanto di aver “spostato” soltanto una persona sulle 135 (con funzioni non dirigenziali) in pianta organica. Ancora peggio ha fatto il dipartimento Ambiente e territorio: su 21 dipendenti inseriti in aree cosiddette a rischio corruzione non ne è stata spostata nessuna. Eppure le norme parlano chiaro: vanno trasferiti ad altro servizio coloro che hanno maturato un'anzianità di servizio di 8 anni nello stesso ufficio.

All’altro estremo, invece, c’è il dipartimento Agricoltura, capace di portare a compimento la rotazione di tutto il personale collocato in aree a rischio corruzione. In definitiva, su 2.245 dipendenti regionali in funzioni non dirigenziali, risultano in ruoli a “rischio” 537 unità. Alla fine dell’anno risultano aver cambiato ruoli e mansioni in 356.

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