La Calabria torna sotto i riflettori della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti. È bastato insediarsi e fare un primo quadro della situazione per decidere che la situazione tra il Pollino e lo Stretto merita un approfondimento. Un percorso già fatto più volte, scenari esaminati con audizioni e visite sul posto nel corso di più legislature, a fronte prima di un commissariamento infinito e poi di fallimenti senza soluzione di continuità. Se ne è discusso rapidamente nell’ultima seduta, giovedì scorso. Ed è stato l’ufficio di presidenza dell’organismo bicamerale ad inserire la Calabria tra le priorità. «Si è convenuto – ha spiegato il presidente pentastellato Stefano Vignaroli – che la Commissione svolga specifici approfondimenti sulle regioni Calabria, Sardegna, Umbria, Veneto e Basilicata, anche in ordine a particolari aspetti relativi al ciclo dei rifiuti». Sotto i riflettori le bonifiche dei Siti di interesse nazionale come quelli nel Crotonese, ma anche gli incendi in impianti di rifiuti, la gestione della depurazione e il trattamento dei fango e il mercato illegale delle bioplastiche. C’è di che lavorare, insomma, sulla Calabria: l’attività della commissione sarà supportata da una “squadra” di magistrati, militari della Guardia di Finanza, ingegneri, tecnici ambientali ed esperti vari nel cui elenco risulta inserito anche il lametino Antonello Talarico tuttora responsabile della Milleservizi e presidente della Federazione europea riutilizzatori. Leggi l'articolo completo su Gazzetta del Sud - Calabria in edicola oggi.