Doveva essere l’ultima seduta della Terza Commissione prima di portare la proposta di legge in Aula. Invece l’ennesimo rinvio, stavolta al 7 febbraio. È ormai una sfibrante, illusoria telenovela, o forze una barzelletta per risollevare lo spirito depresso dalla percezione di perduranti, e si spera non deliberate, inerzie, l’iter della proposta di legge sull’integrazione delle Aziende ospedaliere Pugliese-Ciaccio e Mater Domini.
Un iter che fa seguito a lunghi anni di mancata concertazione, ostracismi, veti e soprattutto parole al vento sul tema super divisivo dell’Azienda unica voluta da Roma (ma non dal notabilato catanzarese), avrebbe dovuto essere snello, veloce, diverso dall’infinito bla-bla politicamente scorretto. Invece no.
Una superfetazione di riunioni, come riporta la Gazzetta ha fatto il paio con le ben tre proposte pervenute sull’argomento alla Commissione, che ieri all’unanimità ha deciso di unificare utilizzando come testo base la proposta di legge n. 365/10^ di iniziativa dei consiglieri Michele Mirabello, Vincenzo Ciconte, Sinibaldo Esposito, C.laudio Parente, Antonio Scalzo, Domenico Tallini. Quella, in sostanza, che prevede l’inserimento nella costituenda Azienda unica Mater Domini - Pugliese Ciaccio, anche dell’ospedale spoke di Lamezia “Giovanni Paolo II”.
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