Aveva lasciato la politica attiva nel 2010, Maria Limardo e ha deciso di rimettersi in gioco, a capo di una coalizione di centrodestra, ora che la città che rischia il secondo dissesto consecutivo. Non proprio la scelta più semplice da compiere. «È indubbio, ma a muovermi è lo spirito di servizio nei confronti della mia comunità dopo anni in cui mi sono dedicata alla mia famiglia e al mio lavoro. E poi il mio motto è sempre lo stesso: famiglia, toga e politica». Lei sarà il candidato di centrodestra e la politica tornerà protagonista dopo gli anni del civismo. Come giudica l'amministrazione Costa sostenuta da gran parte della sua coalizione? «Il giudizio non può essere positivo sebbene alcune cose siano state fatte. Non tutto è da buttare. Certo, la città non ha vissuto un buon momento sul piano culturale e sociale». Si parla di un centrodestra “corazzata” in campo con tante liste. «Non amo questa definizione. Posso dire che ciascun partito intende giocare un ruolo da protagonista con la propria identità». Come pensa di ovviare al rischio proliferazione sul quale già il procuratore distrettuale antimafia Nicola Gratteri ha alzato la guardia? «Ho già chiarito che sottoporrò le mie liste al vaglio del prefetto. Chi si candida deve essere al di sopra di ogni sospetto». Non mancano le contraddizioni in questa campagna elettorale. Sull'altra sponda si sta per consumare un accordo tra Sovranisti e Pd, ma anche voi avete imbarcato l'ex gruppo consiliare dem, guidato da Vito Pitaro. «La differenza è sostanziale. Gli ex Pd sono approdati nel centrodestra decisamente prima rispetto alla mia candidatura. Tutto risale a quasi un anno fa. Hanno deciso legittimamente di cambiare idea. Dall'altra parte, invece, la contraddizione credo sia oggettiva tra chi voterà alle Europee in un modo ed alle Amministrative in un altro». L'intervista completa è disponibile sulla Gazzetta del Sud in edicola.