Andrea Orlando è il soggetto più cercato in queste ultime settimane dai dirigenti del Pd calabrese. Precisamente da quando Nicola Zingaretti ha affidato al suo vice il delicato e complicato dossier Calabria. Questo pomeriggio il numero due dei dem sarà a Lamezia Terme per un'assemblea aperta a dirigenti ed iscritti del partito e alla Gazzetta del Sud anticipa quelli che saranno i temi della discussione odierna. In quali condizioni di salute versa il partito calabrese? «Lo stato organizzativo è precario perché c'è la difficoltà di riuscire a realizzare un congresso ordinario come è successo invece in altre realtà». Il suo arrivo in Calabria è stato preceduto nelle scorse settimane da grandi aspettative. C'è da aspettarsi annunci importanti? «Intanto con l'assemblea stabiliamo un momento di ripartenza dopo una fase di forte difficoltà vissuta dal partito». Adesso vuole dire che tutti i problemi sono stati superati? «Assolutamente no. Però marchiamo una presenza e riavviamo un dibattito che si era spento. E poi ci sono segnali incoraggianti». Quali sarebbero? «Il risultato delle elezioni europee, per esempio, che a mio avviso è stato incoraggiante». In realtà la percentuale raggiunta qui è inferiore di quattro punti rispetto alla media nazionale. «Sì, ma si partiva da un punto ancora più basso. La crescita è stata superiore rispetto ad altre zone del Paese, per questo siamo soddisfatti». A Lamezia annuncerà la data del congresso regionale? «Se il congresso è un'occasione per fare una discussione e coinolgere la società calabrese, allora facciamolo. Altrimenti troviamo altri strumenti. La priorità è ricostruire un rapporto con la società calabrese e con il resto del centrosinistra». Il commissario del Pd calabrese auspica l'apertura di una nuova fase. L'esperienza targata Oliverio è superata secondo la segreteria nazionale? «Il nostro elettorato chiede unità, rinnovamento e l'apertura di una nuova fase. Come attuare questa linea lo discuteremo tutti insieme». Quali sono i rapporti tra i vertici del Nazareno e il governatore Mario Oliverio? «Sono corretti e qualunque tipo di personalizzazione è sbagliata. Sia noi che Oliverio abbiamo interesse a costruire un centrosinistra largo, rinnovato che raccolga istanze civiche e in grado di vincere le elezioni». Vi preoccupano le inchieste giudiziarie nelle quali è coinvolto il presidente della Giunta regionale? «Certo che sì, non si può rimanere indifferenti. Detto ciò, ci auguriamo che Oliverio possa chiarire la sua posizione». Il governatore, comunque, è ormai deciso a ricandidarsi. Sostiene di avere al suo fianco già diverse liste civiche. «Il presidente Oliverio ha chiarito che il suo non era un attacco al Pd e con me ha ribadito la volontà di voler lavorare in direzione di un rafforzamento del nostro partito. Credo sia stato sincero quando ha detto tutto ciò». Le primarie saranno lo strumento che utilizzerete per designare il candidato alla presidenza della Regione? «Le primarie non sono un obiettivo ma, eventualmente, uno strumento. E soprattutto dovranno rappresentare l'esito di una discussione che dovremo affrontare tutti assieme». È vero che i rapporti sull'asse Roma-Catanzaro sono stati ulteriormente logorati dal mancato sostegno della corrente Oliverio alla candidatura del vostro capolista alle Europee Franco Roberti? «Escludo si possa parlare di sgarbi, e poi non credo che tutti i sostenitori di Oliverio non abbiano votato Roberti».