«Combattere la criminalità organizzata vuol dire mettere le persone nelle condizioni di essere libere, creare lavoro». Ad affermarlo è stato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a Catanzaro, nel corso di una conferenza stampa sui temi del Mezzogiorno, della legalità e del lavoro. «Bisogna uscire dalla logica che la Calabria - ha aggiunto Landini - sia l’emergenza nell’emergenza: non porta a nulla se non al rischio di forme di clientelismo e di pacche sulle spalle. Bisogna avere la consapevolezza che c'è un progetto generale di rilancio dell’Italia. E la nostra idea affinchè l’Italia tutta esca dalla situazione di crisi e sia in grado di svolgere un ruolo vero in Europa parte dal rilancio del Mezzogiorno, questo è il tema. Quindi non c'è solo una questione locale, che va affrontata, ma - ha poi detto il leader della Cgil - una più generale. Certo, ognuno sul suo territorio deve fare la sua parte, le battaglie che devono essere fatte per risolvere i problemi che non si risolvono solo con l’intervento di Roma, ma bisogna vedere cosa fanno i calabresi nelle varie situazioni, è il momento di smetterla con i capri espiatori, ognuno deve fare la sua parte». Landini si è anche soffermato sul tema della pervasività della 'ndrangheta: «Io vengo da Reggio Emilia, il più grande processo contro la 'ndrangheta è stato fatto a Reggio Emilia, l’unica cosa che si è unita in questo paese è la malavita organizzata e questo è un problema che va affrontato, in questo senso fare una battaglia seria significa rompere le collusioni che ci sono con la politica, perchè se sono 150 anni che c'è la mafia, vuol dire - ha rilevato il segretario generale della Cgil - che hanno avuto anche delle collusioni con la politica. Solo chi non vuole vedere questa cosa non la vede e la vuol coprire. Ma questo non è sufficiente. Combattere la criminalità organizzata vuol dire anche mettere le persone nelle condizioni di essere libere, creare lavoro. Il tema centrale - ha concluso Landini - continua ad essere quello degli investimenti, del lavoro e della onestà».