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Guardie mediche in provincia di Catanzaro, via 35 postazioni: 54 sindaci pronti a dimettersi

Sindaci della provincia di Catanzaro pronti alle dimissioni contro i tagli delle guardie mediche in tutta la provincia.

Con una delibera del 13 febbraio, infatti, i commissari prefettizi nominati ai vertici dell’Asp di Catanzaro hanno deciso di sopprimere i due terzi delle postazioni di guardia medica ricadenti nel territorio degli 80 comuni dell’Asp di Catanzaro. Colpiti soprattutto piccoli Comuni, disagiati, montani e distanti dai centri maggiori.

La scelta è quella di ∫, “determinando di fatto – si legge in una nota inviata da 54 sindaci catanzaresi - l’annullamento della continuità assistenziale in molti Comuni che si trovano, di fatto, distanti anche quasi 20 chilometri di strade tortuose, di montagna, e spesso impraticabili dalla postazione più vicina”.

Una decisione bollata come contraria alla legge per una serie di motivi che i primi cittadini hanno sintetizzato in 4 punti: 1) mancanza di concertazione preventiva con l’assemblea dei sindaci; 2) violazione della norma che assegna all’Asp di Catanzaro 50 postazioni di guardia medica a fronte delle 25 decretate attualmente; 3) mancanza di riorganizzazione della rete ospedaliera per garantire una idonea è opportuna copertura dei territori calabresi; 4) contrasto palese con il combinato disposto della legge Realacci che spingono per la riorganizzazione e l’aumento complessivo dei servizi nei comuni interni.

“Crediamo – dicono i sindaci estensori del documento -, che i responsabili di tale delibera non conoscano il territorio da essi amministrato. Secondo i piani dell'Asp questi interventi saranno dirottati a chilometri distanza, ma in realtà tutti gli interventi non faranno altro che affollare il pronto soccorso dell’ospedale di Catanzaro, dove già c’è una carenza di medici e infermieri che vanno avanti nel lavoro facendo tanti sacrifici”

“Qualora questo percorso di smantellamento della sanità dovesse proseguire, affermano i sindaci, non resterà altra scelta che rassegnare le dimissioni”.

Il documento è stato firmato dai sindaci di: Catanzaro, Lamezia Terme, Miglierina, Cicala, Serrastretta, Gimigliano, Vallefiorita, Carlopoli, Cardinale, Gizzeria, Jacurso, Taverna, Zagarise, Pentone, Martirano Lombardo, Albi, Magisano, Sorbo San Basile, Fossato Serralta, Sersale, Montepaone, Chiaravalle, Platania, San Mango d' Aquino, San Pietro Apostolo, Settingiano, Pianopoli, Andali, Girifalco, Motta Santa Lucia, Cenadi, Cerva, Stalettì, Borgia, Tiriolo, Marcedusa, Soveria Mannelli, Sant'Andrea Jonio, San Floro, Palermiti, Amaroni, Torre di Ruggero, Gasperina, Feroleto Antico, Marcellinara, Soveria Simeri, Martirano, Olivadi, Sellia Marina, Caraffa di Catanzaro, Nocera Terinese, Isca, Guardavalle, Cortale

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