Riduzione delle postazioni di ex guardia medica nel Catanzarese, il M5s: "Ritirare il provvedimento"
Contro la riduzione dei servizi di Continuità assistenziale nel Catanzarese, i parlamentari M5S Bianca Laura Granato, Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela sono intervenuti con atto formale indirizzato alla commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro e ai commissari alla Sanità calabrese, chiedendo, si legge in una nota dei pentastellati, «di ritirare immediatamente la delibera aziendale che ha dimezzato il numero delle postazioni dell’ex Guardia medica» e invitando la struttura commissariale del governo «a convocare subito uno specifico Tavolo con i sindaci dei comuni interessati» e i richiedenti «parlamentari della Repubblica». I 5 Stelle spiegano: «Con propria deliberazione, la commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro ha diminuito a 25 le postazioni di Continuità assistenziale del territorio, sul presupposto dell’asserita incongruenza tra le disposizioni di cui alla deliberazione di giunta regionale n. 580/2006 e le disposizioni di cui al decreto del presidente della Regione Calabria n. 94/2012, che è atto commissariale. Nella deliberazione della commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro, che contestiamo senza mezzi termini, si osserva inoltre che “non appaiono tangibili le modalità di finanziamento cui riferirsi per poter derogare dal rapporto ottimale fissato”. «È pacifico quanto ovvio – sostengono i 5 Stelle – che le disposizioni di cui al decreto presidenziale n. 94/2012 sostituiscono quelle di cui alla deliberazione di giunta regionale n. 580/2006. Pertanto non si pone alcun dubbio interpretativo. In quanto al finanziamento per le postazioni di Continuità assistenziale, è scontato che si debba provvedere con oneri a carico del bilancio assegnato all’Asp di Catanzaro». «Alla luce di quanto qui precisato, la deliberazione aziendale cui ci opponiamo – hanno scritto i parlamentari M5S – va rivista con immediatezza nel rispetto delle disposizioni di cui al Dpgr (CA) n. 94/2012, il quale, alla luce della complessiva riorganizzazione dell’assistenza territoriale riassunta nella deliberazione medesima, necessita, per eventuale modifica al fine di mantenere i servizi di Continuità assistenziale già da tempo presenti sul territorio e indispensabili per le relative comunità, di un confronto inderogabile con i sindaci dei Comuni interessati, che sono pronti a dimettersi in massa. Ora, chi vuole mandare a elezioni anticipate decine di Comuni, deve assumersene ogni responsabilità».