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I sindaci del Catanzarese contro l'ordinanza regionale: "Tutto resta com'è"

Ernesto Alecci, sindaco di Soverato, guida la rivolta

La prospettiva era di un primo maggio affollato. Nelle concessioni dell'ordinanza della Regione Calabria c'era la possibilità di svolgere il mercato settimanale, di spostarsi da un comune a un altro per praticare sport individuali, di riaprire bar e ristoranti che svolgono le attività all'aperto. Tradotto nel caso specifico della città di Soverato, migliaia di persone si sarebbero potute recare sul lungomare, luogo in cui si svolge la vita sociale della città. E sarebbe stato così. Ognuno con un'esigenza e una giustificazione diversa per correre, camminare, portare a spasso il cane, per acquistare prodotti da asporto o per consumarli nei tavoli all'aperto. Come si sarebbero però potute gestire le misure di sicurezza anti Covid e organizzare i controlli, il sindaco Ernesto Alecci non l'ha compreso. E non è il solo.

Oggi guida la ribellione che ha coinvolto la quasi totalità dei sindaci del basso Ionio che bloccano le intenzioni della governatrice. «Tutto rimane invariato fino a nuove disposizioni», recitano le ordinanze che si irrigidiscono anche sui punti su cui i sindaci erano pronti ad allentare la presa. C'è la necessità di dare indicazioni chiare, spiegano, a cittadini confusi e disorientati dalla mancanza di concertazione. Perché è questo il punto che stigmatizzano i primi cittadini di Soverato, Montepaone, Stalettì e Gasperina che contestano non soltanto il contenuto del documento, ma le modalità con cui è stato pubblicato a sorpresa mercoledì sera. «Avevamo fatto in tempo a tornare nelle nostre abitazioni - spiega Ernesto Alecci - e siamo dovuti tornare in Comune per mettere un freno a un'apertura che ha messo ha repentaglio anche le azioni che avevamo pianificato per arrivare preparati al 4 maggio. Avevamo programmato sanificazione, disinfestazione e tutte le attività propedeutiche alla riapertura che non si sarebbero potute realizzare se realmente ieri mattina ognuno, seguendo il contenuto dell'ordinanza, si fosse mosso in modo autonomo».

Un'ordinanza scellerata

Un vero e proprio cortocircuito istituzionale quello che si è innescato con l'ordinanza emanata dalla governatrice della Regione Jole Santelli. Un documento condiviso da 54 sindaci, fra cui quello di Isca sullo Ionio Vincenzo Mirarchi, di Borgia Elisabeth Sacco, di Sant'Andrea dello Ionio Nicola Ramogida, di San Floro Bruno Meta. Altri sindaci, come quello di San Pietro Apostolo Raffaele De Santis, di Davoli Giuseppe Papaleo e di Santa Caterina Ciccio Severino, così come la commissaria prefettizia recentemente nominato a Girifalco Costanza Pino, hanno emesso ordinanze e avvisi per ribadire che nei propri rispettivi territori sarebbe rimasto in vigore quanto disposto dal Governo. «Mi dispiace per chi non si troverà d'accordo con me - ha immediatamente comunicato la sindaca di Borgia Elisabeth Sacco - ma a Borgia nessuna “nuova” attività riaprirà. Non perché io sia contro i commercianti locali ma perché è necessario capire bene cosa fare e come farlo per la sicurezza di tutti, dei commercianti in primis». Ancora più “tranchant” l'approccio del sindaco di Santa Caterina Ciccio Severino. «L'ordinanza scellerata emessa ieri sera della presidente Santelli - ha detto - ha colto tutti di sorpresa. Si tratta di un atto irresponsabile che non tutela la salute pubblica dei cittadini. Con questo provvedimento della governatrice rischiamo di vanificare tutti gli sforzi fatti in questi due mesi e questo noi non possiamo permettercelo».

le.va.

Delusione e incertezza

C'è subbuglio e incertezza nei comuni del comprensorio di Squillace. Un provvedimento non condiviso da molte amministrazioni locali ed anche dai sindaci di Squillace, Amaroni, Palermiti e Vallefiorita. «Nella mia doppia veste di medico e di sindaco - specifica Pasquale Muccari, primo cittadino squillacese - non condivido l'ordinanza della presidente della Regione ed invito i cittadini ad osservare le disposizioni contenute nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Non ho emesso ordinanza di differimento, come altri sindaci hanno fatto, in quanto le norme emanate da un organo sovraordinato non possono essere in contrasto con quelle territoriali». Stesso invito giunge dal sindaco di Palermiti Roberto Giorla ai suoi concittadini. Ad Amaroni, il sindaco Gino Ruggiero ha provveduto ad emettere una disposizione che adotta il differimento sull'intero territorio comunale, con decorrenza immediata e fino al 3 maggio. Anche a Vallefiorita sulla stessa lunghezza d'onda.

sa.ta.

Dalle Preserre alla Presila

Caraffa, Marcellinara e Settingiano. I sindaci stoppano l'efficacia dell'ordinanza Santelli. Antonio Sciumbata, Vittorio Scerbo e Rodolfo Iozzo hanno reagito aderendo alla nota dell'Anci regionale ed emanando proprie ordinanze con le quali hanno adottato il differimento, nei propri territori, dell'attuazione delle disposizioni contenute nel provvedimento della presidente della giunta regionale Santelli, emanato nella tarda serata del 29 aprile. Stessi provvedimenti emanati nelle Preserre e nella Presila catanzarese.

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