In attesa della camera di consiglio fissata dal Tar Calabria per sabato 9 maggio, per la decisione sull'istanza cautelare, l'avvocato Vincenzo Cantafio del Foro di Vibo interviene sulla polemica sorta a seguito dell'ordinanza della governatrice della Calabria Jole Santelli che ha anticipato nella regione l'apertura di alcune attività rispetto alle direttive del presidente del Consiglio dei ministri. Un intervento che va oltre le "riaperture" e che pone l'accento su alcune scelte a livello regionale. "Lo hanno detto in molti ed in vari modi, ma il significato è univoco: soltanto chi agisce può incorrere in errore, mentre chi non fa nulla non corre il rischio di sbagliare - evidenzia l'avv. Cantafio -. A parte il fatto che non condivido la ciarla, perché anche chi non fa nulla sbaglia spesso proprio per tale motivo, devo dire che essa costituisce l’alibi del politico che ci governa, consapevole del fatto che ben presto diverrà bersaglio delle critiche del cittadino elettore, notoriamente ed eternamente insoddisfatto. Forse è questa la ragione per la quale è invalsa negli ultimi tempi la prassi dei governanti di affidarsi ad un “comitato di esperti”, che sia in grado di adottare le decisioni più difficili, che poi si rivelano quasi sempre impopolari. Lo ha fatto da ultimo il governo cosiddetto “Conte bis”, che ha nominato una “task-force”, così definita dai maggiori quotidiani nazionali, guidata dal manager Colao e composta da esperti che spaziano dal settore sanitario a quello economico e così via, con il compito di suggerire al governo le misure più importanti per fronteggiare la pandemia e le sue conseguenze". "Viene da chiedersi: possibile che all’interno dei ministeri, che rappresentano tutti i settori fondamentali per il funzionamento dello Stato, non vi siano figure professionali valide, esperte di economia e di sanità, in grado di governarci anche fuori dall’ordinario e, cioè, nella straordinaria situazione originata dal coronavirus? Ecco allora che si insinua il legittimo dubbio - prosegue - che la vera funzione della task-force sia quella di conservare il consenso elettorale, perché in caso di insuccesso è tutta colpa degli esperti, mentre in caso di successo il merito è del governo che ha scelto gli esperti. È in questo scenario che appare, dunque, coraggiosa la scelta adottata, senza l’ausilio di alcuna task-force (almeno non ufficiale), dalla presidente della regione Calabria Jole Santelli, che consente a partire dal 29 aprile “la ripresa delle attività di Bar, Pasticcerie, Ristoranti, Pizzerie, Agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto”. "Qualcuno l’ha definita spregiudicata. Invero, numerose sono state le scelte incoerenti del governo centrale di fronte alle altrettanto numerose e differenti priorità. Ma senza entrare nel merito, condivisibile o meno che sia la scelta della Santelli di fare ripartire l’economia calabrese prima delle altre atteso il diverso livello di rischio tra le regioni, non possono ricevere il plauso le scelte successive adottate sia dalla presidente regionale che dal governo Conte. Consapevoli, infatti, dei tempi della giustizia amministrativa, non può condividersi la scelta del governo di impugnare l’ordinanza regionale, quando tra pochi giorni sarà possibile ciò che la Santelli ha tentato di anticipare". "A ciò va aggiunto che, mentre lo Stato ha agito avvalendosi dell’avvocatura generale e, cioè, di avvocati stipendiati indipendentemente da questa causa, la presidente calabrese, invece, ha deciso di tenere ferma la propria posizione, affidando l’incarico difensivo a ben due professionisti esterni, anziché avvalersi dell’avvocatura regionale e, cioè, degli avvocati stipendiati dalla regione, nell’ottica del contenimento delle spese. Eppure risale a pochi giorni addietro un dibattito televisivo in cui la presidente Santelli ha affermato che la regione non ha denaro per acquistare mascherine da distribuire ai cittadini. Comunque sia, è evidente che a pagarne le spese è sempre il cittadino, il quale paga le tasse per ricevere servizi, ma il denaro pubblico viene invece speso per diatribe interne Stato/regione evitabili o che, comunque, avrebbero potuto avere costo zero, se solo la regione si fosse avvalsa della propria avvocatura parimenti valid"a. "Da cittadini non possiamo che indignarci. Attendiamo ora l’esito della camera di consiglio fissata dal Tar Calabria per sabato 9 maggio - conclude l'avv. Cantafio - per la decisione sull’istanza cautelare, dopo che la Presidenza del consiglio dei ministri ha rinunciato alla richiesta di sospensione con decreto. Non senza segnalare che il comune di Reggio Calabria, encomiabilmente avvalendosi dell’avvocatura civica, ha spiegato intervento nel suddetto giudizio per sostenere le ragioni del governo e, quindi, per l’annullamento dell’ordinanza regionale".