Vibo Valentia si divide su... Giorgio Almirante. Dopo il voto favorevole della maggioranza espresso nella seconda Commissione urbanistica, che dà il via all’iter per intitolare una via del capoluogo allo storico leader missino Giorgio Almirante, tutto il potenziale divisivo della proposta è deflagrato, superando le mura perimetrali di palazzo "Luigi Razza". E così, fuori dal Consiglio comunale, dopo l’Anpi e la Fiom-Cgil, che hanno bollato la proposta come una operazione «di provincialismo nostalgico, un atto di becero revisionismo, che dà l’esatta cifra di questa compagine amministrativa», al coro di contrari ad una via che porterà il nome di Giorgio Almirate si aggiunge anche Libera, che con una lettera aperta indirizzata direttamente al sindaco Maria Limardo, ed alla sua giunta, chiede esplicitamente di interrompere «l’iter per l’intitolazione della via a Giorgio Almirante» e di occuparsi invece dei problemi reali della città.
«Ci dispiace apprendere che la proposta dell’intitolazione di una via della nostra città a Giorgio Almirante, abbia avuto il placet della commissione urbanistica – scrivo i sodali vibonesi dell’associazione di don Ciotti -. In questo preciso momento storico dove da ogni parte del mondo, ci sono prese di posizione forti e decise contro ogni forma di razzismo e fascismo, non crediamo servano scelte anacronistiche ma scelte condivise e inclusive il più possibile».
Per l’associazione che si batte contro tutte le mafie, dunque, la scelta è da considerarsi piuttosto «divisiva», ed in netto contrasto con lo spirito di confronto che dovrebbe invece continuare a caratterizzare questa amministrazione. «Lo scorso dicembre – continuano da Libera - tra l’altro, proprio lo stesso consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno attraverso il quale si conferisce la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, sopravvissuta ai capi di sterminio nazisti e senatrice a vita. Una situazione di incompatibilità evidente e tra l’altro già verificatasi in altri comuni rispetto alla quale la stessa senatrice ebbe a dire “la città non può fare due scelte che sono antitetiche l’una all’altra”. Intitolare una via, è una cosa seria perché è un modo per fare memoria di storie di uomini e donne che hanno avuto un qualche merito durante la loro vita e così lasciare ai posteri, il loro insegnamento. Ma quale messaggio volete dare alle future generazioni?». Da qui l’invito ad una marcia indietro, con l’invito a «spendere energie e lavoro su altri fronti».
Ma se da una parte c’è chi protesta, sul fronte opposto c’è chi non contiene la propria euforia per il risultato raggiunto. Come fanno gli esponenti di Riva Destra Francesco Stinà, Francesco D'Agostino e Alessandro Ferrara, rispettivamente coordinatore regionale, provinciale e comunale del movimento federato a Fratelli d'Italia, che affidano il proprio sentire ad una nota congiunta con il segretario nazionale Fabio Sabbatani Schiuma. «In Italia ci sono più di 200 strade oramai intitolate al defunto leader del Movimento Sociale Italiano. Intitolarne una anche a Vibo Valentia rafforza la necessità di una pacificazione nazionale e rende onore a un uomo che, come ha ben detto la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, ha avuto il merito di avere accompagnato un'intera comunità politica, che nel dopoguerra aveva legame con l’esperienza fascista, pienamente nell'alveo del dibattito democratico e istituzionale della Nazione. Un merito che è stato riconosciuto a Giorgio Almirante da tutto l’arco costituzionale, sia nel dopoguerra che nei difficili anni di piombo, anche dai suoi avversari politici».
Da qui i ringraziamenti al capogruppo di Fratelli d’Italia Antonio Schiavello, «per averla portata anche in seno al consiglio comunale e tutti i consiglieri di maggioranza che in commissione Urbanistica hanno ieri dato parere positivo». Entusiasmo che ha coinvolto anche la coordinatrice provinciale di Fratelli d’Italia, nonché parlamentare Wanda Ferro, la quale si è dichiarata «felice» per il voto favorevole espresso in Commissione urbanistica. «Davvero fatico a comprendere le polemiche sollevate – prosegue la deputata - da chi vorrebbe negare il ricordo di un leader politico che ha fatto parte per mezzo secolo delle istituzioni democratiche della Nazione. Giorgio Almirante ha avuto il merito di guidare nelle istituzioni democratiche una comunità politica che proveniva dall’esperienza del Fascismo, che ha sempre rifiutato il razzismo e si è sempre battuta per la difesa dell’identità nazionale e per la libertà. D’altro canto il valore di Giorgio Almirante fu sempre riconosciuto dai suoi avversari politici: è noto il suo rapporto di stima con Enrico Berlinguer o con uno storico dirigente come Gian Carlo Pajetta, che con Nilde Jotti il 22 maggio del 1988 si recò nella sede del Msi per rendere omaggio al feretro del leader missino. Parliamo di altra storia e di altri politici, capaci di rispettare il valore dell’avversario senza insultarlo o demonizzarlo, contrariamente ai loro epigoni. Grazie all’impegno di Fratelli d’Italia – conclude -, che ha portato in aula la proposta, Vibo Valentia ricorderà un grande patriota, che ha lasciato non ad una parte politica ma all’intera Nazione una testimonianza dei valori di onestà, coraggio, libertà e coerenza». Le polemiche, però, no0n sembrano volersi fermare al solito esito del voto, e già nei prossimi giorni le associazioni antifasciste cittadine potrebbero immaginare ulteriori iniziative per manifestare la propria contrarietà su Via Giorgio Almirante.
E a scrivere al sindaco anche due ragazzi della Gioventù federalista, Daniele Armellino e Francesco Pacilé convinti che "una delle chiavi della ripresa economica, sociale e soprattutto culturale della nostra città sia quella della riscoperta della nostra identità" ed è questo "quello che si aspettano da questa Amministrazione e in particolare da lei, Sindaco Limardo".
Identità, quindi, la parola chiave e "pur non potendo annoverarci tra gli elettori di questa Amministrazione - scrivono - abbiamo sempre pensato che, a nostro modesto avviso, lei Signor Sindaco, con il suo dinamismo, le sue proposte programmatiche, la sua voglia di rompere gli schemi e di voltare storia potesse avere in potenza le qualità per imprimere nuova forza a questo percorso di rinascita, per fare sintesi e creare una rinnovata unità d’intenti". Dialogo, insomma, e in tal senso, non capiscono "la ragione per la quale si stia utilizzando la toponomastica cittadina per sconfessare gli sforzi finora messi in atto, in particolare proprio da lei, per restaurare questa unità e rimettere insieme i mille pezzi della nostra identità".
Anche per Pacilè ed Armellino Almirante è "una figura divisiva e diseducativa non soltanto sotto il profilo dello scontro pluridecennale tra fascismo (inteso come regime e ideologia criminali) e antifascismo (il pilastro sul quale è stata scritta unitariamente la Costituzione della Repubblica alla quale anche lei ha giurato fedeltà). Almirante non ha nulla di esemplare neanche sotto il profilo della mera contemporaneità, del nostro presente: l’omicidio di George Floyd, il movimento Black Lives Matter, la rinascita in Italia e in Europa di movimenti illiberali, antidemocratici e razzisti sono una prova lampante dell’anacronismo infelice e dell’estemporaneità disgraziata di questa scelta". L'invito, infine, a dedicare "le nostre vie a Libero Buccarelli, ad Antonino Murmura, ad Alfredo D’Agostino Sr. Dedichiamo le nostre piazze a Giuseppe Valarioti, ad Antonino Scopelliti, a Felicia Impastato. Ritroviamoci nel nostro essere vibonesi, calabresi, meridionali e diamo un ulteriore slancio europeo alla nostra visione celebrando donne coraggiose come Simone Veil, Sophie Scholl, Ada Rossi. La toponomastica è lì a ricordarci chi siamo e da dove veniamo e deve insegnare, deve unire, mai dividere. Facciamo affidamento su di lei, Signor Sindaco".
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