Cambio al vertice di Crotone Sviluppo, la società che fa capo al Comune capoluogo. L’assemblea ordinaria dei soci che s’è tenuta questa sera ha nominato il 33enne Fabrizio Ambrosio nuovo amministratore unico dell’azienda in house. Ambrosio, di Catanzaro, prende il posto di Gianfranco Turino che lo scorso febbraio aveva deciso di dimettersi poco prima che si concludesse il procedimento disciplinare avviato dall’amministrazione cittadina guidata dal commissario straordinario Tiziana Costantino. Contestualmente, l’assemblea ha preso atto delle dimissioni dei tre componenti del collegio sindacale. La partecipata, acquistata dall’ente a dicembre del 2016 con lo scopo di reperire fondi regionali e comunitari, è sull’orlo del baratro. Crotone Sviluppo si ritrova infatti con un rosso in bilancio che si sfiora i 300 mila euro ed i suoi cinque dipendenti si trovano in cassa integrazione. Mentre entro agosto va approvato il rendiconto dell’esercizio finanziario del 2019. Le difficoltà della società sono iniziate dopo la caduta della Giunta guidata dall’ex sindaco Ugo Pugliese, avvenuta lo scorso novembre in seguito all’inchiesta della Procura sulla gestione della piscina olimpionica. A febbraio poi, c’è stato il passo indietro di Turino e a distanza di qualche mese le dimissioni dell’intero collegio sindacale (organismo che vigilia sull’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della società per azioni). Diverse le competenze che in passato il precedente esecutivo comunale aveva affidato in capo alla partecipata. Su tutti, il maxi progetto archeologico Antica Kroton (che continua a rimanere sulla carta), la redazione del Piano comunale dei rifiuti (ancora inattuato), la gestione dei fondi regionali per i lavori previsti da Agenda Urbana e gli interventi legati alle politiche sociali. Non solo. A novembre 2018, l’ex amministrazione aveva approvato un atto di indirizzo, che però non ha avuto seguito, per trasformare Crotone Sviluppo in azienda speciale, ovvero in un soggetto pubblico economico strumentale al Municipio. Una sorta di via d’uscita mirata a superare tutte quelle restrizioni (tra le quali quelle inerenti ai vincoli di bilancio) che erano state imposte dalla legge Madia per tagliare le partecipate degli enti locali poco virtuose. Ad Ambrosio l’obiettivo di risollevare le sorti di un’azienda che rischia seriamente di collassare.