Un avvocato tributarista che guida una coalizione di centrodestra composta da ben dieci liste e un docente di chimica sostenuto dal movimento “arancione” di Carlo Tansi e da tre civiche. Pacato sempre misurato nei toni il primo; sicuro di sè ed a volte irruente il secondo. Antonio Manica e Vincenzo Voce, sono profondamente diversi tra loro, così come sono diverse le coalizioni che sostengono i due candidati a sindaco di Crotone che oggi e domani si contendono il voto dei 50.247 elettori crotonesi nel turno di ballottaggio. Mai forse come questa volta da quando i sindaci sono scelti con l'elezione diretta, gli elettori della città di Pitagora si sono trovati sulla scheda un'alternativa così secca. Cinquantaquattro anni, sposato e padre di due figli, Antonio Manica che si definisce «culturalmente di centrodestra», non ha mai fatto finora politica attiva. Al contrario Vincenzo Voce che di anni ne ha 57, ha già tentato nel 2011 la scalata al Municipio di Piazza della Resistenza con poca fortuna. Il docente di chimica, non ha in tasca tessere di partito ma è noto alle cronache locali per il suo impegno a favore di quella che lui definisce «una vera bonifica» del sito industriale dismesso. Sposato e padre di due figlie, Vincenzo Voce guida una coalizione composta da liste formate per lo più da candidati alla prima esperienza politica. Esclusi infatti due ex consiglieri comunali (Ilario Sorgiovanni e Fabrizio Meo), tra le donne e gli uomini schierati nelle quattro sigle che lo hanno sostenuto al primo turno non ci sono volti e nomi noti alla politica crotonese. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro