«Il Comune come una casa di vetro»; e la città proiettata verso il mare che risolva finalmente il suo problema ambientale, «perchè, Crotone cambierà quanto diventerà vivibile dal punto di vista ambientale». Il sindaco di Crotone Vincenzo Voce da poco più di undici giorni si è insediato nell'ufficio al primo piano del Palazzo di piazza della Resistenza che è diventato la sua seconda casa. «Da tre ore a dodici ore al giorno di lavoro», l'impatto è stato duro ammette il primo cittadino che come rivela, esce di casa prima delle 8 e rientra non prima delle 20.
Un bella differenza con la sua precedente vita che si è lasciata ormai alle spalle almeno per i prossimi cinque anni. «Ma è quello che ho voluto», aggiunge ricordando la messe di consensi raccolti tra gli elettori che al ballottaggio con il 63 per cento, lo hanno “spinto” quasi d'impeto sulla poltrona di primo cittadino. «Una grande responsabilità», ripete il sindaco che mette al primo posto le questioni ambientali alle quali nella sua visione, è legato il futuro sviluppo della città.
La prima emergenza che non concede più tempo è quella dei rifiuti. Quali sono le azioni che il sindaco intende mettere in campo?
«La gestione dei rifiuti è un argomento molto delicato ed è chiaro che serve una gestione come si deve. Sono consapevole che nessuno vuole una discarica, ma quand'anche riuscissimo ad avere numeri eccezionali sulla differenziata, avremmo comunque una porzione di rifiuti da smaltire. Ecco perché sono del parere che una piccola discarica pubblica, gestita dall'Ato (l'ambito territoriale), sia la soluzione al contenimento dei costi. Inoltre stiamo parlando di una discarica che dovrebbe raccogliere soltanto il secco, privato di quelle sostanze odorigene che potrebbero creare disagi al territorio. Per quanto è un concetto che piace a molto quello delle “discariche zero” non è possibile. Ad un termovalorizzatore preferirò sempre una discarica. Riguardo alla differenziata lavorerò per mettere Akrea nella condizione migliore per avviarla, che significa ricapitalizzarla. Senza mezzi e senza forze è difficile».
Il problema bonifica è stato sempre in cima all'impegno prima da cittadino impegnato e poi da politico di Vincenzo Voce. Ha già avuto modo di sentire, almeno telefonicamente, i vertici di Eni-Syndial?
«No, ma in questi giorni li chiamo io per invitarli a Crotone. Voglio organizzare per bene un tavolo, sto valutando di farlo assieme al prefetto ed altri rappresentanti istituzionali. Qui il problema riguarda tutto il territorio e non solo il sindaco Voce che si è sempre battuto per le bonifiche. Noi dobbiamo risolvere il problema ambientale. Crotone cambierà quando diventerà vivibile dal punto di vista ambientale e poi del lavoro e anche sociale. Ho scelto un'oncologa nella mia giunta proprio per questo, e quando ci siederemo al tavolo con Eni parleremo anche dei pazienti curati».
Quali sono le criticità che contesta al Pob fase 2?
«Il Pob fase 2 non è una bonifica. Ma una messa in sicurezza permanente. Quello che propone Eni è illegale. Ecco perché abbiamo fatto ricordo al Tar con 600 cittadini contro il decreto. Non capiamo perché la stessa logica applicata per una parte dell'area non è stata applicata per il resto. C'è l'area ex impianti, quella più a nord del sito di Pertusola, che è l'area più inquinata di Europa, sono 25 ettari circa. Su quest'area per 50 anni sono state messe sopra le ferriti di zinco arrivando ad inquinare fino alla falda. Considerata già in sicurezza permanente perché pavimentata. Io con Eni voglio ragionare, non voglio la bonifica integrale di tutti e 72 ettari. Vorrei lasciare quei suoli contaminati ma non pericolosi, magari confinandoli con una barriera fisica in 10-12 ettari. Tombati. Ma su tutto il resto creiamo un water front di collegamento col porto. Una tombatura di 72 ettari sarebbe un problema gravissimo per Crotone. Perché non ci permetterebbe di piantare nemmeno un chiodo. Di sicuro quello che farò è proporre il cambio di destinazione d'uso della zona nel Psc, facendola diventare edificabile».
Altro problema urgente è quello degli impianti di sportivi che sono in pratica tutti chiusi Come intende risolvere la questione?
«Bisognerà valutare bene. Perché di sicuro sappiamo che il bando è obbligatorio, dall'altra sappiamo che i costi che erano stati proposti da Akrea sono insostenibili per le nostre società sportive. Dobbiamo cercare di trovare un modo per rispettare la legge ma anche per venire incontro alle esigenze dei nostri sportivi».
Il sindaco Voce è stato eletto col sostegno della lista Tesoro Calabria e di tre civiche. Ma è cosa nota che Voce prima della sua candidatura alle regionali (ed anche dopo) fosse molto vicino alle parlamentari 5 Stelle che in fase preelettorale (e poi per il turno di ballottaggio) avevano ed hanno sostenuto la sua candidatura.
«Sono due mie amiche, al di là del rapporto istituzionale. Avevano cercato di far confluire il Movimento 5 Stelle mie liste, ma la parte che appoggiava Correggia non ha voluto. Quelli che erano con Sorgiovanni e la Parise si sono candidati con “Stanchi dei soliti” ed ora il risultato è che una è vicesindaco e l'altro assessore. Qui bisogna capire da che parte stare. Bisognava capire che il pericolo erano quelli che hanno ridotto la città in queste condizioni. L'errore dei 5 stelle è stato non capire che il nemico non era Voce. Già alle regionali si era visto che il mio risultato era stato tre volte superiore a quello della candidata grillina».
E invece i rapporti con il PD?
«Eh… posso dire che non sono un leghista, non un fascista. L'aspetto umanitario per me conta. Con me sindaco i porti saranno sempre aperti. Detto questo non ho rapporti diretti con il Pd, ho avuto un incontro cordiale con il commissario provinciale Franco Iacucci. Nel mio movimento civico ci sono più soggetti, alcuni hanno idee di destra, altri di sinistra, ma al centro noi mettiamo gli interessi della città».
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