Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 22 Novembre 2024

Lamezia, elezioni annullate. Ora arriva il commissario

La sede del Tar Calabria a Catanzaro

Il Tar Calabria ha disposto l’annullamento delle elezioni del sindaco e del Consiglio comunale svoltesi a Lamezia nell'autunno del 2019 per riscontrati brogli elettorali.  I giudici hanno  riscontrato "gravi e sostanziali irregolarità” in quattro sezioni: 2, 44, 73 e 78. La decisione è stata presa a conclusione della discussione di merito, davanti alla seconda sezione del Tribunale amministrativo, presieduta da Giovanni Iannini. Il Prefetto di Catanzaro, ricevuta la notifica della sentenza, provvederà allo scioglimento del Consiglio comunale di Lamezia e l’Amministrazione comunale, e nominerà  un commissario che guiderà il Comune fino a nuove elezioni, che dovranno tenersi entro 60 giorni dallo scioglimento. Gli atti saranno trasmessi anche alla Procura di Lamezia. La vicenda ha avuto inizio con il ricorso presentato dai candidati a sindaco Massimo Cristiano, assistito dall'avvocato Armando Chirumbolo, sostenuto da due liste civiche, e dei candidati alla carica di consigliere Fabio Bascerano e Caterina Sonetto, entrambi inseriti nelle liste di Cristiano. Il ricorso al Tar è stato presentato anche da Silvio Zizza, candidato a sindaco del Movimento 5 Stelle, assistito dagli avvocati Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti. 

I fatti

Immediatamente dopo la chiusura delle urne i candidati ricorrenti hanno denunciato presunti brogli e anomalie durante la tornata elettorale e anche durante il successivo scrutinio dei voti, in molte delle 78 sezioni dislocate sul territorio lametino. Il Tar Calabria-Catanzaro, con l’ordinanza n. 00894/2020 “ha disposto la verifica delle schede a cura del prefetto della Provincia di Catanzaro, demandando allo stesso il compito di verificare le illegittimità denunciate in ricorso, le quali ove accertate, imporrebbero l’annullamento degli atti avversari ed il rinnovo totale o parziale delle operazioni elettorali”. Il 23 settembre scorso il viceprefetto Lucia Iannuzzi, dopo la lunga e approfondita verifica delle schede, ha dato atto che: «Quasi ogni incongruenza , errore o vizio dedotto nei ricorsi introduttivi ha trovato riscontro nell'esame dei verbali e, ove si sia proceduto in tal senso, nel riconteggio delle schede». In pratica sono risultate anomalie in ben 48 sezioni su 78. La Prefettura ha riscontrato molte schede cosiddette “‘ballerine” consistente «nel far uscire dal seggio una scheda vidimata e non votata, sulla quale viene poi scritto il nome del candidato e consegnata all'elettore che, entrando nel seggio, ritira la scheda bianca assegnatagli, depositando nell'urna non già quest’ultima ma quella consegnatagli all'esterno del seggio». Nella sezione numero 2 le schede ballerine sono risultate 111, quindi 811 schede totali a fronte delle 700 consegnate al seggio. Schede in eccesso anche nella sezione 44 dove ne sono state rinvenute 864 a fronte delle 700 consegnate. Nella sezione 78 sono sparite 70 schede autenticate e non votate mentre le schede avanzate non autenticate sono 220 e non 150 come in realtà dovrebbero essere in base a quelle consegnate al seggio originariamente. Grazie ai controlli effettuati sono stati rinvenuti 93 voti in più rispetto ai votanti effettivi nella sezione 19. E, ancora, la Prefettura ha accertato “cancellature, discrasie, incongruenze, gravi irregolarità, assoluta mancanza di corrispondenza dei numeri riportai nei verbali, numero di voti espressi superiore al numero dei votanti. In altri casi, numero dei voti totali espressi al cui risultato non è possibile in alcun modo risalire attraverso la somma delle cifre riportate nei verbali medesimi. Infine, trovati anche voti attribuiti non leggibili o comprensibili.

La dichiarazione

L'avvocato Chirumbolo ha espresso «grande soddisfazione per la sentenza. Quello che noi abbiamo denunciato sin dall'inizio, poi confermato dalla Prefettura di Catanzaro, ha trovato accoglimento da parte del Tar Calabria che, tra le altre cose, ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. Giustizia è fatta è stata ripristinata la legalità».

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