«Nella storia della sanità calabrese aggiungiamo sempre nuovi tasselli che, sia che inquadrati nel pubblico che nel privato, dipingono un quadro organizzativo abbandonato a se stesso nella sua interezza. La Clinica Sant’Anna Hospital di Catanzaro, nota ai più per essere diventata nel tempo un centro di riferimento per tutto il Sud Italia per la cardiochirurgia specialistica in convenzione con il Ssn, è oggi al centro di una diatriba che, al di là dell’emergere di gravi carenze, illegittimità e inchieste della magistratura che devono continuare il loro corso, coinvolge non solo la governance della struttura e ovviamente i dipendenti ma, soprattutto, tutti gli utenti calabresi e non. Allo stato dell’arte, vista la situazione pandemica in corso, a livello generale e in tutti gli ospedali, moltissime prestazioni mediche sono sospese o procrastinate da circa un anno, con la sola eccezione , non senza difficoltà, di cronicità gravi alle quali è necessario prestare sempre le doverose cure. Sebbene la situazione della Sant’Anna Hospital sia da attenzionare in maniera scrupolosa, in questo momento, in cui il piano di sicurezza sanitaria viene costantemente fatto oggetto di eccezioni normative al prioritario scopo di tutelare la salute della collettività, è necessario che le istituzioni preposte si impegnino a sviluppare, in tempi rapidi, una soluzione che consenta alla struttura di continuare a fornire le prestazioni in convenzione senza rischiare il fallimento con gravi ripercussioni sia sulla tutela della salute dei pazienti in attesa delle prestazioni e legittimamente in lista che sul piano occupazionale del personale sanitario medico e paramedico. Un piano eccezionale di mantenimento dei servizi della Clinica Sant’Anna, deliberato dal Commissario ad acta, da estendersi per tutta la durata dello stato di emergenza nazionale, attualmente fissato al 31 gennaio 2021, permetterebbe alla gestione manageriale della clinica di porre in essere, una volta per tutte, le necessarie misure correttive delle criticità, attualmente denotate nelle carte documentali come “raccomandazioni” e agli uffici del dipartimento Tutela Salute della Regione Calabria, di trasmettere con sollecitudine, tutti gli atti necessari all’Asp per porre in essere tutte le verifiche. Per una volta, la burocrazia lasci il posto al buon senso affinché, valutate le condizioni di estremo rischio per la salute dei cittadini calabresi, affetti da patologie cardiologiche gravi, si possa temporaneamente permettere la ripresa delle attività in sospeso presso la clinica e, nel frattempo, arginare i numerosi problemi derivanti dal mancato rinnovo della convenzione negli anni precedenti». Così in una nota la senatrice di Italia Viva Silvia Vono.