«Se “essere zero in politica” comporta vincere le elezioni quattro volte e avere l’onore di governare la propria città per 20 anni, ben vengano gli zero nella vita». È con quest battuta, come lui stesso l'ha definita, che il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha deciso di rispondere alle affermazioni delle ultime ore fatte sul suo conto dall'onorevole Domenico Tallini. «Capisco il momento di tensione emotiva dell’on. Tallini, determinata dalla situazione che sta vivendo e per la quale ho più volte espresso solidarietà alla persona. Nonostante la comprensione per uno stato d’animo che immagino essere non pienamente sereno, però, trovo doveroso - ha esordito Abramo - chiarire alcune cose da lui recentemente sostenute. Ci tengo a precisare, seppur sia cosa nota, che fui io, in prima persona, a seguito di una seduta di Consiglio comunale in cui emersero delle perplessità relative a eventuali anomalie, a recarmi in Procura per chiedere di indagare sulla legittimità di tutti gli appalti affidati durante le mie legislature. Questo al solo fine di avere contezza io, ancora prima di altri, che tutto fosse stato espletato secondo la massima legalità e trasparenza e secondo i principi che hanno dominato tutta la mia azione politica. Merito sempre riconosciutomi, indistintamente, da tutti gli schieramenti politici e dallo stesso on. Tallini, che ancora oggi sostiene la mia azione amministrativa proprio per il modo in cui ho sempre gestito la cosa pubblica. Chiarisco, altresì, che la scelta dei dirigenti a tempo determinato (quelli a tempo indeterminato devono necessariamente risultare vincitori di concorso), non avviene sulla base di criteri soggettivi stabiliti dal sindaco. Il capo dell’amministrazione, prima della nomina, è destinatario di un elenco che riporta i nominativi degli aventi titolo ad assumere una determinata posizione dirigenziale, stilato da una commissione composta da tre dirigenti pubblici che valutano i requisiti dei candidati, esclusivamente a seguito di un bando di selezione pubblica. Pertanto, solo in una fase successiva, il sindaco sceglie il nominativo del futuro dirigente fra quelli risultati idonei secondo, appunto, quanto certificato dai componenti della commissione. Questo è il percorso definito dalla legge, non da Sergio Abramo. In egual modo, aggiungo che secondo le norme, le commissioni relative agli appalti vengono nominate dal dirigente del settore preposto e le stesse sono composte da un dirigente dell’Ente che assume le funzioni di presidente e da funzionari che hanno il ruolo di commissari». Abramo infine definisce le sue precisazioni «doverose, anche perché bene dice l’on. Tallini quando afferma che la mia mentalità è di tipo imprenditoriale tant’è che ho sempre badato con assoluta dedizione all'interesse pubblico degli Enti che ho amministrato. Questo è il mio modo di essere. Prendo atto delle critiche dal punto di vista politico perché chiunque di noi, per il solo fatto di essere in campo, è tenuto ad accettare giudizi favorevoli o sfavorevoli di chiunque, siano essi cittadini o colleghi. Ma dal punto di vista amministrativo, penso che la mia lunga storia possa parlare da sé, fermo restando che rimango a totale disposizione degli organi competenti, qualora si avesse bisogno di chiarimenti di qualsiasi genere».