L’Anac sanziona la giunta Mascaro per la mancata adozione del Piano anticorruzione ma “grazia” la commissione straordinaria che era in carica negli anni precedenti. L’avvio del procedimento sanzionatorio comunicato al Comune lo scorso 14 gennaio è da qualche giorno al centro del dibattito ma, al di là della consueta dialettica tra fazioni, nessuno ha rilevato che la stessa mancanza che viene oggi addebitata all’amministrazione comunale guidata (prima della sospensione del Tar) da Paolo Mascaro è stata commessa anche dai commissari che hanno traghettato l’ente dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose di fine 2017 – eccetto un mese di interruzione – fino alle elezioni del novembre 2019. Il Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza è infatti uno strumento che le pubbliche amministrazioni devono obbligatoriamente adottare ogni anno entro il 31 gennaio, ma l’ultima volta che questo adempimento è stato compiuto a Lamezia risale al 2018, ovvero al periodo in cui a guidare il Comune era la triade composta dal prefetto Francesco Alecci, viceprefetto Mariagrazia Colosimo e dirigente Desiree D’Ovidio. Per quella mancanza però l’Anac non ha fatto partire alcun procedimento sanzionatorio, mentre invece stavolta, sulla base di una «segnalazione», l’Autorità nazionale anticorruzione ha fatto una verifica riscontrando la mancata adozione del Piano. La conseguenza è il provvedimento firmato dalla dirigente dell’Ufficio vigilanza misure anticorruzione Nicoletta Torchia e arrivato qualche giorno fa in via Perugini. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro