Uno tsunami debitorio, esploso in piena pandemia e riferibile al passato, la necessità di "salvare l’Ente" dal secondo dissesto finanziario, le continue richieste di risarcimento al Comune «perché per anni è mancato il controllo della spesa»: è un fardello pesante quello ereditato da Maria Limardo, «per utilizzare il tempo anche a dare ascolto ai “buoni” consigli di chi fino a ieri ha dato il cattivo esempio». Un primo cittadino, con accanto il segretario generale dell’Ente Domenico Scuglia, non remissivo, ma provato. Perché da un dato – tiene a precisare al cronista – non si prescinde: «Il risanamento dei conti e la discontinuità sono stati avviati da questa amministrazione». In concreto, cosa significa? «Vuol dire che fino al 2018 tutti i conti consuntivi erano in disavanzo e non esisteva alcun controllo sulla gestione della spesa, talvolta sovradimensionata rispetto alle capacità reali di bilancio». Detto così, i non addetti ai lavori faticherebbero a comprendere. «E allora – ribadisce Maria Limardo – sarò più diretta: non intendo dire che altri abbiano fatto falso in bilancio, ma di sicuro esistono alcuni punti oscuri». Quali? «Si sono stimati ripetutamente al ribasso il fondo per il Fondo crediti di dubbia esigibilità, le passività potenziali e il fondo contenziosi che incidono sul risultato di amministrazione». Un esempio? «Se aumento il fondo per il contenzioso da 60mila a 600mila euro, è ovvio che c’è un prezzo da pagare» sul bilancio. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro