Il piatto piange. E le previsioni per il prossimo triennio rischiano di rimanere sulla carta. Una dichiarazione di intenti che un’Amministrazione a rischio del secondo default finanziario difficilmente riuscirà a realizzare. Perché il problema è alla radice. Già, perché un Ente a corto di personale è senza lo strumento prioritario per far funzionare la macchina amministrativa. Ed in tal senso, il Documento unico di programmazione 2021-2023 finisce per confermare quanto più volte emerso. Palazzo “Luigi Razza” non solo è a corto di dipendenti, ma non dispone del personale necessario nelle categorie-chiave. Due dati, anzitutto. La pianta organica dell’Ente è di 233 lavoratori per il 2020, addirittura 243 per il 2021. Quelli attualmente presenti – si parla di presenze effettive – sono soltanto 125. All’appello mancano 108 unità, 118 secondo le nuove previsioni, tredici delle quali di categoria D, dunque, i lavoratori più qualificati, dove al momento si contano 7 dipendenti sui 20 previsti.
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