Dalle indiscrezioni all’ufficialità il passo è stato breve. Nessun colpo di scena. Nonostante incontri dell’ultima ora, confronti serrati alla fine tutto è andato come da copione. Il consigliere regionale uscente Vito Pitaro è fuori dai giochi. E la partita adesso è già tutta sul campo di palazzo “Luigi Razza”. E se è certo che il gruppo Città futura al momento intende giocare in difesa per sferrare l’attacco al momento più opportuno, non si lascia sfuggire il momento l’opposizione che nel gioco entra a gamba tesa. Insomma, il “venticello” di crisi soffia e la minoranza pensa a rinforzarlo. E dopo il tentativo di “mediazione” del sindaco Maria Limardo che già giovedì si era recata nella segreteria politica di Pitaro – dove ha ricevuto rassicurazioni che, però, hanno... rassicurato pochi sempre più convinti che questa esclusione peserà sugli equilibri della maggioranza al Comune –, il capogruppo del Pd Stefano Luciano sul “caso” ha deciso di dire la sua. È proprio la «mancata candidatura di Vito Pitaro» per l’esponente dem è «un dato politico rilevante» che rappresenta «il primo segnale di rottura del rapporto tra Mangialavori e Pitaro legati da un asse (prima tenuto sotto banco e poi divenuto ufficiale) che ha consentito allo stesso Mangialavori, negli anni, di vincere alcune competizioni elettorali che da solo non avrebbe avuto la forza di affrontare».
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