Per la quarta volta nel giro di 6 anni Paolo Mascaro si appresta a diventare sindaco di Lamezia Terme. Eletto la prima volta nel 2015, la sua amministrazione è stata commissariata per infiltrazioni mafiose nel 2017, poi reintegrata dal Tar del Lazio per qualche mese e definitivamente sciolta dal Consiglio di Stato a settembre del 2019. A novembre dello stesso anno si è ricandidato e ha rivinto le elezioni, ma a dicembre dell’anno successivo è arrivato per lui un nuovo stop. Stavolta non c’entra nulla la normativa antimafia, ma sempre di giustizia amministrativa si tratta: il Tar Calabria ha accolto parzialmente i ricorsi di due ex candidati a sindaco riscontrando irregolarità e annullando lo scrutinio solo in 4 sezioni su 78. Caso unico in Italia, il 3-4 ottobre si è votato solo in quelle 4 sezioni e il risultato non è cambiato – il vantaggio di Mascaro sul secondo era più del doppio del numero degli elettori chiamati a rivotare – nemmeno nella composizione del consiglio comunale. Tutto come prima, insomma, ma per due settimane ha dominato l’incertezza con un cortocircuito interpretativo che probabilmente si risolverà oggi. C’era il dubbio di un’eventuale ripetizione anche del ballottaggio perché sommando i voti delle 74 sezioni del 2019 con quelli del nuovo “mini” primo turno Mascaro non raggiunge il 50%+1, dunque ci si chiedeva se gli si potesse assegnare il premio di maggioranza. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria