Si fa di giorno in giorno più grave il quadro finanziario della Provincia, gravata da un disavanzo di oltre 35 milioni di euro e alle prese con i nefasti effetti di un contratto di swap risalente al 2007 che da qui al 2035 potrebbe dare, qualora non andasse in porto la procedura di annullamento in autotutela, il colpo di grazie all’ente intermedio. Un quadro che sta gravando anche sui 160 dipendenti di Palazzo di vetro, rimasti senza stipendio a gennaio, ma anche sui servizi rimasti in capo all’amministrazione provinciale dopo lo svuotamento determinato dalla riforma Delrio del 2014. Proprio su questo, ora, il presidente Sergio Abramo sta insistendo a livello istituzionale: prima il coinvolgimento della deputazione calabrese, ora una missiva al viceministro dell’Economia e delle finanze, Laura Castelli, alla quale ha chiesto un incontro a stretto giro per «definire un percorso che renda possibile la sopravvivenza di un ente fondamentale per i territori. Incontro per il quale hanno già assicurato la volontà di presenziare i deputati e i senatori calabresi di tutti gli schieramenti politici e le segreterie regionali delle principali sigle sindacali». Lo scenario è in effetti preoccupante e rischia di coinvolgere i dipendenti che per Abramo «non possono essere le vittime incolpevoli di una riforma a metà».
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