Il “gran giorno” dei congressi è arrivato. Dopo mesi lunghi di gestazione difficile, tra conferenze stampa, rivendicazioni, tesseramento più o meno trasparente, il Partito democratico è pronto a rinnovare i suoi organismi. È una doppia elezione quella che si profila all’orizzonte dell’ennesima giornata campale, al termine di settimane al cardiopalma. Il nuovo segretario provinciale sarà il giovane Giovanni Di Bartolo, voluto dal segretario uscente di Federazione Enzo Insardà, divenuto nel frattempo tesoriere regionale dem, e dall’ex commissario Stefano Graziano che ha deciso con ampio anticipo di lasciare il partito nelle sue mani. Di Bartolo non incontrerà particolari ostacoli lungo il proprio percorso. Infatti, il suo avversario più temibile, ovvero l’ex consigliere regionale Luigi Tassone, ha deciso di non correre per la segreteria, dopo le polemiche sul tesseramento che hanno portato all’annullamento di circa 200 sottoscrizioni e Sergio Rizzo, schierato dalla minoranza in una prima fase, in polemica con il tavolo messo in cantiere proprio dall’ex commissario regionale, in seguito a una serie di mediazioni, tra cui quella decisiva di Vitaliano Papillo, ha fatto un passo indietro per favorire l’unitarietà degli intenti tanto desiderata dalla nuova dirigenza dem, affidata in Calabria al segretario regionale Nicola Irto. Partita decisamente diversa quella che si è giocata sul fronte del coordinamento cittadino. Due gruppi con «due visioni opposte di partito» si sono fronteggiati fino a due giorni addietro senza esclusioni di colpi, senza risparmiare, in qualche caso, nemmeno la carta bollata. Ebbene, la candidatura che l’ex commissario Stefano Graziano aveva messo in campo, era stata quella di Claudia Gioia, legata indissolubilmente da diversi anni, sul piano politico, al capogruppo del Pd in seno a Palazzo “Luigi Razza” Stefano Luciano e sostenuta pure dal consigliere regionale Raffaele Mammoliti.
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