C’è chi da tempo li richiede, per utilizzarli anche a scopo sociale, ma l’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata da parte degli uffici comunali continua a scontrarsi con i consueti intoppi burocratici che costituiscono il vero e proprio nodo al pettine di palazzo “Luigi Razza”. Si parla nuovamente di beni confiscati alla criminalità organizzata. Quegli stessi beni che, poco prima del Natale, don Tonino Vattiata, tramite l’associazione “Insieme con gli ultimi” aveva chiesto (per la seconda volta) per realizzare un dormitorio pubblico con una mensa per i poveri. La sua prima missiva, come tante altre giunte negli uffici del Comune capoluogo, datata 16 giugno 2021, era rimasta lettera morta. Ebbene, a distanza di oltre due mesi, dopo che alcune gare sono andate deserte, ecco la determina dirigenziale che fa… luce, rispetto a una vicenda a dir poco paradossale. Con un provvedimento del 22 febbraio, Adriana Teti sostanzialmente revoca la precedente determina (la n. 623/2020) che prevedeva un “Bando di selezione per l’assegnazione in concessione d’uso a titolo gratuito degli immobili trasferiti al patrimonio indisponibile del comune da parte dell’Agenzia dei beni confiscati alla criminalità organizzata”. In buona sostanza, si dovrà procedere ad un nuovo avviso pubblico, dopo che il Comune avrà acquisito i beni in via definitiva nel proprio “patrimonio indisponibile”. In sostanza, tutto ciò che era stato fatto in precedenza può ritenersi sostanzialmente nullo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro