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Catanzaro, Abramo: "Donato mi esclude dal suo progetto? Non sono io il suo nemico da battere"

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo

Si infiamma ancor di più la campagna elettorale per le imminenti elezioni comunali a Catanzaro. Il sindaco uscente Sergio Abramo ha inteso rispondere al prof. Valerio Donato, candidato a sindaco di un'area civica composita dopo essersi sfilato dal centrosinistra. Abramo risponde così a Donato:

“Ho avuto modo di leggere le parole del candidato a sindaco Valerio Donato riguardanti la mia persona. Con la stessa stima e lealtà che dice di nutrire nei miei riguardi, rispondo a lui con alcune semplici considerazioni che ritengo a questo punto doverose. Donato mi esclude dal suo progetto politico, ma io credo che per escludere qualcuno da qualcosa ci sia bisogno che quel qualcuno si sia fatto avanti in qualche modo. Non avendo mai bussato alla porta di Donato per discutere di nulla, mi chiedo perché abbia sentito il bisogno di chiarire che mi esclude se io non l’ho mai cercato.

E’ anche bizzarro, da parte sua, esprimere disappunto nei riguardi del mio modo di amministrare, salvo poi vedere di buon occhio, peraltro con supponevole certezza, l’adesione al suo gruppo di elementi che, insieme a me, hanno scritto la storia degli ultimi anni. E’ come ricevere un dono e accettarlo, ma restituire al mittente la scatola perché non è del colore che si preferisce. Risulterebbe scortese e anche incomprensibile, per la semplice ragione che chi mi conosce sa che non amo le polemiche ed evito accuratamente di crearne o di assecondarle.

Auguro al professore Donato una lunga e brillante carriera politica, invitandolo a badare al meglio alla sua campagna elettorale senza guardare a me come al suo avversario politico. A tratti pare che mi ritenga tale, ma non sono io il candidato a lui contrapposto. La mia Città e i miei cittadini hanno scelto per quattro diversi mandati che fossi io il sindaco di Catanzaro. Governare per così tanto tempo è un privilegio che ho il piacere di vantare insieme, solamente, a un altro primo cittadino in Italia.

Un minimo di storia serve al candidato sindaco per evitare che offenda l’intelligenza dei nostri cittadini, i quali, dopo avermi dato fiducia nel 1997, nel 2001 mi hanno rieletto con un gradimento così elevato da farmi risultare il sindaco più votato d’Italia, sempre con uno schieramento di centrodestra. Come dire che, se per una volta si può esprimere la propria preferenza alla cieca, la seconda volta lo si fa con più consapevolezza, mentre la terza e la quarta lo si fanno sicuramente con convinzione. Sono sempre i fatti e la storia a decretare chi siamo e cosa abbiamo fatto, non le parole. Io mi tengo stretto l’affetto e i sorrisi con cui la gente ancora oggi, dopo decenni alla guida della città, mi saluta e mi accoglie.

Il professor Donato magari sarà sindaco o magari consigliere, in base a cosa la città vorrà, scriverà la sua storia e poi capirà che non sarà lui a decidere se è stato bravo o meno bravo. Il consiglio che gli do è quello di procedere lungo la sua strada senza guardare a me come al suo nemico da abbattere. Non lo sono, non lo sono mai stato, non lo sarò. Stia sereno, ho agito sempre per il bene della mia Città e continuerò a farlo per tutta la vita da qualunque posto al mondo, al di là del gradimento che qualcuno decide liberamente di esprimere”.

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