Piaccia o no, la polarizzazione politica elettorale in atto nel capoluogo va riverberandosi anche sul dibattito attorno alla legge regionale sull’integrazione ospedaliera. È ovviamente più che legittimo un confronto sui contenuti e sui timori di una penalizzazione della componente ospedaliera rispetto a quella universitaria, come emerso nei giorni scorsi da parte del comitato in difesa dei malati e delle professionalità dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio”. Ma l’impressione è che il dibattito sull’argomento cominci a diventare anche un mezzo per definire le rispettive posizioni politiche. In particolare non va trascurato il fatto che sia stato Domenico Tallini, ora responsabile regionale enti locali di Noi con l’Italia, a rivolgere critiche verso la legge regionale proposta dal presidente dell’assemblea di Palazzo Campanella, Filippo Mancuso. I due esponenti politici cittadini hanno del resto preso strade ormai distinte, uno è vicino ad Antonello Talerico, l’altro ufficialmente schierato con Valerio Donato. E questa distanza sembra potersi toccare con mano osservando le rispettive posizioni sul provvedimento.
Nei giorni scorsi è arrivato anche l’intervento di Sergio Abramo. Il sindaco ha tenuto a spiegare che «fusione per incorporazione non significa penalizzare medici del “Pugliese”», evidenziando che questo passaggio si è reso necessario per evitare una nuova impugnativa da parte del governo. Una difesa netta del contenuto della legge regionale, dunque. Ma tale posizione non è passata senza suscitare nuove reazioni. Stavolta a intervenire è il consigliere comunale Giuseppe Pisano che, pur essendo capogruppo di Catanzaro con Abramo, potrebbe ormai definirsi come un ex abramiano. Che il rapporto tra i due non sia più quello di un tempo, tra l’altro con il recente avvicinamento di Pisano all’area Tallini, è ormai noto da tempo. Ma ieri il consigliere, che ha già annunciato l’intenzione di non ricandidarsi, ha definito «simili ad una banderuola» le posizioni di Abramo sull’ospedale.
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