Giovino e Germaneto, due aree strategiche per la crescita del capoluogo di regione che con una loro valorizzazione potrebbe respirare a pieni polmoni. Come fare tutto questo sarà anch’esso, ormai, compito della prossima amministrazione comunale, con una programmazione urbanistica che dovrà fare leva sul Piano strutturale comunale (Psc), rimasto fermo negli ultimi mesi nonostante un preliminare già approvato da quasi un anno. Probabilmente volontà politiche mirate a lasciare un’impronta ormai nella prossima consiliatura hanno bloccato un cammino che invece, secondo il cronoprogramma stabilito in tempi non sospetti, si sarebbe dovuto concludere intorno a inizio anno.
Per diverso tempo, prima della pandemia, si era cominciato a discutere (e polemizzare) intorno alle sorti del comparto di Giovino. La parola magica, infausta per altri, era diventata la cosiddetta “tripartizione” dell’area che si estende su oltre 180 ettari, 65 dei quali a vocazione naturalistico-turistica tra il torrente Castaci e il fiume Alli. In base alla morfologia erano state definite tre aree fra l’abitato di Giovino e Alli: la prima tra la 106 e la ferrovia, sotto località Barone, poco edificata e a destinazione urbanistica prevalente per attività turistico ricettive, verde attrezzato e sport; la seconda tra il Castaci e l’abitato, votata a strutture, servizi e attrezzature turistico ricettive; infine quella appunto di maggiore pregio, tra Alli e Castaci, sotto la ferrovia e sopra al sistema pineta-spiaggia-mare. Ma questo scenario avrebbe potuto aprire le porte a uno sfruttamento commerciale e residenziale (seconde case) di parte dell’area, una prospettiva paventata dalle opposizioni dell’epoca e poi respinta dall’amministrazione.
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