Sono costi ormai esorbitanti quelli della politica nella città capoluogo. Da quando i consiglieri comunali possono raggiungere quota 1598 euro mensili, l’uscita è arrivata a superare la soglia psicologica dei 40mila euro. L’ultima liquidazione, la cui spesa è stata registrata il 5 aprile, ammonta a 42.545 euro. Questo significa che le spese per il mantenimento dell’Assise raggiungono, in dodici mesi, il mezzo milione. Se affianchiamo a questi numeri quelli relativi al mantenimento della Giunta a nove assessori, ciascuno dei quali percepisce al loro 3800 euro mensili, si arriva a poco meno di 800mila euro annui. A tali somme vanno poi aggiunte quelle per il primo cittadino. Conclusione? La politica costa ai vibonesi poco meno di un milione di euro all’anno.
Ma per quale ragione non dare una sforbiciata alla Giunta e marcare più da vicino quei consiglieri che non producono nulla? Sarebbe opportuno valutare anche i risultati della politica visto che, dopo l’aumento degli stipendi, ha comportato un maggiore onere per il cittadino che deve mantenere le menti illuminate alle quali è stata affidata la gestione della cosa pubblica, oltre che il relativo apparato burocratico che, ogni tanto, peraltro, si premia. Per queste ragioni, non è difficile immaginare che le liste prolifereranno pure alle prossime elezioni amministrative. Altro che appelli ad evitare l’ammassamento delle sigle... ci sarà da attendersi la solita corsa a quello che, specie dopo gli ultimi aumenti, può essere considerato uno scranno che vale un posto di lavoro.
Peccato che a certa politica non si chiedano risultati e neanche a qualche burocrate che si atteggia ad ideologo tra i corridoi del palazzo.
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