«Il manifesto di vicinanza al dolore della famiglia per la morte di Rosario Curcio, uno degli assassini di Lea Garofalo, fatto dall’Amministrazione comunale di Petilia Policastro, andava evitato in modo categorico e senza alcun tentennamento». Lo afferma il segretario provinciale di Fratelli d’Italia di Crotone Michele De Simone che censura l’iniziativa adottata dell’amministrazione comunale in occasione dei funerali dell’ergastolano, suicidatosi nel carcere di Opera, che sono stati celebrati nella frazione Camellino dove l’uomo risiedeva. Già il segretario provinciale del Pd Leo Barberio aveva censurato la decisione del Comune chiedendo le dimissioni del sindaco Simone Saporito. «La prassi che per ogni morto il Comune di Petilia faccia un manifesto non può essere una giustificazione. La pietas cristiana impone rispetto per ogni morto, ma in questo caso prevale il rispetto per Lea Garofalo» afferma De Simone secondo cui la «coerenza avrebbe imposto di non esprimere un cordoglio pubblico. La vicenda non può essere ridimensionata e non può ridursi a giustificazioni varie perchè questo territorio e soprattutto Petilia Policastro merita altro. Tutto ciò - conclude il segretario provinciale di Fdi - deve portare ad una riflessione seria dell’intera amministrazione, che in toto deve assumersi le proprie responsabilità, che non possono essere derubricate a semplici giustificazioni del tipo «lo facciamo con tutti». La vicenda è grave e non può essere sottaciuta in alcun modo». Sulla vicenda è intervenuto anche il capogruppo di Aione al consiglio comunale di Crotone, Salvo Riga che, ritenendo la vicenda fortemente diseducante per la società ed in particolare per i giovani, chiede l’intervento del Prefetto di Crotone, «affinchè pretenda chiarimenti e se necessario i giusti provvedimenti».
M5S Crotone: "giovani feriti"
«Viene inevitabile chiedersi quale futuro attenda questi nostri giovani gravemente feriti dalla incoerenza di gesti che danno un duro colpo al lavoro di chi ogni giorno si batte per la legalità confondendoli sempre di più nel confronto tra quanto viene loro insegnato e quanto vedono concretamente praticato nella realtà». Lo afferma l’ex parlamentare Elisabetta Barbuto, adesso coordinatrice provinciale M5S di Crotone in merito al manifesto funebre fatto dal sindaco e dall’Amministrazione comunale di Petilia Policastro per uno degli assassini di Lea Garofalo, suicidatosi alcuni giorni fa. Barbuto ricorda la partecipazione del sindaco, il 24 novembre 2022, anniversario della morte di Lea, alla cerimonia conclusiva del Premio nazionale «Lea Garofalo» che ha coinvolto istituti scolastici di tutta la provincia e non solo e il ricordo commosso che ne faceva. « Accompagnavo i miei studenti. Ero con loro tra il pubblico - afferma Barbuto - con loro come ogni giorno a scuola dove, in una realtà difficile come la nostra, li accompagniamo non solo nella loro formazione professionale, ma in una costante opera di diffusione della cultura della legalità». E poi ricorda il manifesto funebre. «Viene inevitabile pensare - afferma Barbuto - che i ragazzi vengano utilizzati solo per fare 'pubblico' in manifestazioni il cui alto contenuto valoriale viene poi calpestato disinvoltamente dagli stessi protagonisti delle stesse. Il futuro che ci attende lo vedo molto triste e poco rassicurante per i nostri giovani anche perché si inquadra in uno scenario più ampio che trascende e travalica i confini della nostra Provincia per estendersi all’Italia intera. Guardare, infatti, solo alla scelta sciagurata del sindaco di Petilia e della sua Amministrazione, da condannare senza se e senza ma, significa solo mettere in atto l’ennesimo esercizio di stile puramente formale mentre, nel contempo, chi si straccia le vesti più di tutti sostiene esecrabili scelte in tema di amministrazione della Giustizia che tendono a demonizzare il lavoro della Magistratura in una opera che definirei di vero e proprio vilipendio nei confronti di uomini e donne valorosi che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro la mafia. Da ultimo in questi giorni, alla vigilia dell’attentato di Via D’Amelio, la discussione, a dir poco allucinante, sul concorso esterno in associazione mafiosa».
Arci: quanto accaduto non può gettare un’ombra su una comunità con una tradizione culturale democratica e solidale
"Quanto accaduto a Petilia Policastro, con l’affissione di un manifesto funebre in cui il Sindaco e l’amministrazione comunale hanno espresso cordoglio per la morte di uno dei killer di Lea Garofalo, non può e non deve gettare un’ombra su una comunità intera, quella di Petilia, che invece si è sempre contraddistinta per una chiara tradizione culturale democratica e solidale". Lo ha affermato, in una nota, Filippo Sestito, responsabile nazionale Arci Antimafia sociale. "Auspichiamo, al fine di esprimere in modo netto ed inconfutabile la totale distanza della comunità dalla subcultura della violenza mafiosa, che si possa organizzare al più presto proprio a Petilia Policastro una manifestazione pubblica per ribadire l’affermazione dei valori della legalità e della democrazia quali principi guida di tutte le nostre comunità".
Pesavento (Cnddu): gesto gravissimo
«Riteniamo gravissimo il gesto, in quanto in una terra difficile e martoriata in cui i giovani dovrebbero essere ispirati a modelli di comportamento civicamente irreprensibile, assistiamo, talvolta, ad esempi di condotta incomprensibili. È vero che davanti alla morte siamo tutti uguali, ma i gesti rimangono nella comunità ed assumono un valore paradigmatico spesso pervasivo. Bisogna sempre stare attenti alle comunicazioni e non lasciare adito a interpretazioni dubbie, specialmente quando sono le autorità pubbliche a intervenire». LO ha affermato, in una nota, il prof. Romano Pesavento, presidente del Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina “Diritti Umani” (CNDDU). «Nelle scuole della provincia di Crotone solitamente si svolgono tante iniziative sul tema della legalità e i giovani sono coinvolti spesso fin dalla più tenera età in attività finalizzate a consolidare il senso civico e il rispetto delle istituzioni. È importante che tali valori vengano divulgati sempre. Riteniamo importante l’intervento del Sottosegretario, on. Wanda Ferro, che ha rappresentato le nostre istituzioni in relazione a quanto è accaduto, affermando il valore della legalità. Notiamo che tanti esponenti politici sono intervenuti sulla vicenda. Auspichiamo che il tema della legalità diventi sempre più il collante della nostra società, soprattutto nelle aree territoriali più critiche»