Gli uffici di palazzo “Luigi Razza” si confermano patria dell’inefficienza. E mentre ancora risuona l’eco della Capitale del Libro, una straordinaria occasione di arricchimento per il territorio trasformatasi in poche passerelle con compensi significativi soltanto per qualche fortunato, il Comune perde il contributo destinato alle biblioteche. Roba da non credere se si pensa che sarebbe bastata una domanda, una semplice richiesta al ministero della Cultura per ottenere quei 10mila euro che, annualmente, vengono elargiti agli Enti locali. Nella graduatoria, peraltro molto dettagliata, di quasi 200 pagine, compaiono tantissimi Comuni calabresi, diversi dei quali del Vibonese – tra gli altri, Serra San Bruno, San Nicola da Crissa, Soriano, Rombiolo, Polia, Pizzoni, Nicotera, Limbadi, Dasà, Filadelfia, Ricadi – ma non c’è il capoluogo. Come dire, i fuochi d’artificio per la Capitale italiana del libro si sono dissolti nel nulla. E di quell’anno che sembrava poter dare un impulso significativo all’editoria del territorio, restano i compensi riconosciuti a fiori di direttori artistici e nulla più. Oltre 600mila euro spesi senza una prospettiva di crescita per il territorio. E a distanza di poco più di un anno, il Comune neanche è in grado di prendersi un contributo che comunque avrebbe consentito di sostenere la flebile economia locale. Colpa di chi? Della burocrazia? Della politica? Dei vecchi o dei nuovi assessori? Del sindaco? Ciascuno potrà riflettere autonomamente, ma quanto accaduto denota una sciatteria ed un’assenza di “competenze” che davvero fa gridare allo scandalo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro