Nessuna fumata nera. Alla fine, con la votazione al DUP e al Bilancio Previsionale, l’Amministrazione Mascaro rimane in sella e il sindaco può tirare un sospiro di sollievo, pure se a un orizzonte già prossimo (fine mese?) insistono parecchi dubbi sulla tenuta del Consiglio: alla prossima tornata toccherà infatti discutere l’approvazione del Piano Strutturale Comunale nonché il Bilancio 2022. Ma quanto è avvenuto negli ultimi giorni, le tensioni, le previsioni, magari le speranze di chi già immaginava a oggi una caduta della consiliatura, o i timori per lo stesso motivo, tutto rientra ed è rientrato nell’ampio calderone della Politica. È cioè una vera e propria arena dei “giochi”, quella a cui si sta assistendo, che se da un lato, da quello politico appunto, dimostra una certa dinamicità di movimento, dall’altro lato, quello della concretezza immediata, della vita cittadina e del dialogo (a onor del vero, tanto ricercato nelle parole del Sindaco e di altri esponenti del Consiglio) tra Istituzione e Cittadinanza, è indubbio che questi stessi “giochi” non fanno che acuire – ancora di più, se possibile – la sfiducia dei lametini nei confronti dei propri amministratori e dei propri portavoce diretti nel democratico consiglio. Questo, intanto, perché le movimentazioni tra maggioranze e opposizioni non sembrano giustificarsi secondo una credibilità specifica ma, invece, danno ancora quella antica idea di dinamiche esclusivamente partitiche (o di gruppi civici, in questo caso la differenza è poco sostanziale), autoreferenziali. C’è ancora, insomma, la brutta sensazione – assistendo ai “giochi” di questa arena – che i singoli vogliano solamente portare acqua ai propri mulini, dimenticando magari che il mulino in essere è sempre e solo uno e che consiglieri e amministratori sono chiamati a gestirlo come delegati degli abitanti di Lamezia Terme (siano essi lametini o no). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro