Catanzaro, Crotone, Vibo

Giovedì 28 Novembre 2024

Il Comune di Catanzaro presente alla Marcia della pace di Assisi

Nunzio Belcaro

Un giovane studente di discipline giuridiche al primo incontro con il diritto internazionale e i diritti umani può avere due reazioni: totale interesse o totale indifferenza. Dialogando con loro è stato esemplare sentire: “diciamoci la verità, a chi interessa il diritto internazionale nel percorso o dopo gli studi?”. Ed è infatti vero che tale settore, tranne dagli addetti ai lavori, è spesso ignorato come qualcosa di inesistente, astratto, uno strumento che non si sa bene come rendere efficiente e se sia possibile farlo. Ad Assisi, il 10 dicembre, si è tenuta l’annuale Marcia della pace, nel giorno del 75esimo anniversario dall’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani: più di cento gli enti locali presenti, fra questi anche il comune di Catanzaro rappresentato dall’Assessore alla pubblica istruzione Nunzio Belcaro. In mattinata un incontro di riflessioni che ha riportato al centro la legge e la cronaca, la comunità internazionale, le regole e i fatti. Norme e princìpi che invero, come sostiene Francesca Albanese -funzionaria ONU- durante l’incontro, non sono elementi di antisemitismo come ignoranza politica vuole (che ritorni l’attenzione alle parole e ai concetti): il genocidio ebreo, come quello palestinese in atto dal ‘48, non è stato e non è per definizione un mero atto, bensì un processo di deumanizzazione che stiamo reiterando. Apartheid è il termine giuridico adeguato per i territori palestinesi occupati: in Cisgiordania, dimenticata, bambini vengono processati da una corte militare, e lì, dove l’ingiustificabile Hamas non c’è, già prima del sette ottobre le forze occupanti avevano ucciso trecento persone. Quello che l’esercito israeliano pone in essere da ottobre non è, come vorrebbero raccontare, un atto di legittima difesa secondo il diritto internazionale: è vendetta, come tale illegittima. L’antisemitismo esiste come l’islamofobia, la matrice è comune: deumanizzazione. E alcune cose possiamo fare: non permettere che in paesi democratici ci si metta il bavaglio (oggi vietano le manifestazioni con bandiere palestinesi); chiedere proattivamente che una cultura di pace venga sostenuta da una politica di pace (arrivare ad un cessate il fuoco senza chiedere che i territori palestinesi vengano liberati dall’esercito sarebbe l’inizio di un’altra guerra). Dello stesso avviso il professore Marco Mascia: l’Italia deve scegliere da che parte stare, dalla parte dell’ONU, del multilateralismo, della nostra Costituzione antifascista, o dalla parte di stati hobbesiani che perseguono progetti criminali, che si pongono fuori dalla comunità internazionale rifiutando il rispetto della legge: la stessa parte cui ha scelto di aderire l’amministrazione Biden ponendo il veto alla risoluzione sul cessate il fuoco. Questo, dunque, il principio di diritto che infuoca Assisi: quello della responsabilità di proteggere richiamato per i bosniaci, i curdi, i kosovari; non c’è alcuna alternativa lecita alla via giuridico istituzionale della pace, non ci si chieda da che parte stiamo, noi costruttori di pace siamo dalla parte della legge.

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