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Catanzaro, il Psc verso la conferenza decisiva

Il sindaco convocherà a breve gli enti territoriali per la raccolta dei pareri sul documento preliminare. Iemma: senza piano la città sarà una cenerentola del Mezzogiorno

C’è una data di massima, che dovrebbe essere quella del 23 febbraio, ma la convocazione ufficiale della Conferenza di pianificazione sul Psc avverrà tra qualche giorno. Il dato sicuro è che l’amministrazione comunale intende non solo rispettare i termini previsti dalla normativa in materia urbanistica ma portare il più rapidamente possibile in avanti l’attività di predisposizione del piano, attualmente nella fase post approvazione del documento preliminare in Consiglio, avvenuta il 28 dicembre scorso. Si può dire che il cronoprogramma della vicesindaca Giusy Iemma, titolare dell’Urbanistica, sia stato finora rispettato, con l’ok al preliminare arrivato entro la fine dell’anno e una prospettiva definita per lo sviluppo dell’iter.
Iniziano intanto ad arrivare le prime osservazioni - da parte della Lega - al documento che racchiude, in estrema sintesi, lo spirito di quello che sarà il nuovo piano per definire l’assetto urbanistico del capoluogo non più in termini di mero utilizzo (consumo) del suolo ma ragionando su ciò che di esso si vuole fare. Un quadro unitario che racchiuda le specifiche vocazioni dei nuclei nei quali è suddivisa la città, così da realizzare un capoluogo che sia in grado di muoversi potendo contare su ogni sua componente territoriale, finalmente anche collegata da un nuovo sistema della mobilità.
«Il Psc è probabilmente lo strumento più “partecipato” che esista» spiega Iemma, raggiunta telefonicamente per un approfondimento in vista delle prossime tappe dell’iter. La vicesindaca ribadisce la necessità di arrivare al varo in tempi rapidi (per quanto possibile) del piano strutturale nella sua veste definitiva, per non correre il rischio di «diventare la cenerentola del Mezzogiorno». Perché è nel Psc che ci sono le chiavi dello sviluppo, uno sviluppo che sia sostenibile: « Il documento preliminare propone di ridurre il consumo di suolo in modo consistente, per circa 5,5 milioni di metri quadri. Si può fare meglio riducendo ulteriormente le aree destinate a nuove edificazioni? Certo, ma dovrà essere stabilito nelle sedi e fasi adatte». Già la fase di discussione che va aprendosi sarà utile per riempire di contenuti diversi aspetti del preliminare, tra i quali quello relativo alla quantità di volume realizzabile per unità di superficie o l’altezza degli edifici. Non sono stati inseriti già ora perché, spiega la titolare dell’Urbanistica, «ciò determinerebbe una conformazione dei suoli, ovvero il loro assetto giuridico. Questa è la fase di definizione di obiettivi e strategie».

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