Per una porta, quella dell’ateneo, che si chiude, eccone un’altra, di Cassa depositi e prestiti, che si apre. Probabilmente è ancora il momento di prendere con le pinze, restando saldamente nel campo delle mere ipotesi, ma per Parco Romani qualche possibile spiraglio comincia a intravedersi. Il percorso di recupero della mega incompiuta del quartiere Sala sarà ancora piuttosto lungo e oneroso, però il tavolo politico tecnico - costituito l’anno scorso dal presidente del Consiglio comunale, Gianmichele Bosco - che sta lavorando per trovare una possibile vocazione all’immobile abbandonato ha messo in fila alcuni possibili scenari. Tramontata, per volontà dell’ateneo, l’idea di trasferirvi dipartimenti Umg o di realizzarvi un centro di ricerca, le carte in tavola cominciavano a essere poche. Ma l’attività che negli ultimi mesi ha visto impegnato il coordinatore del Comitato scientifico per la programmazione strategica del Comune, Antonio De Marco, ha permesso di aggiungere qualche “carico”. Le schede tecniche predisposte hanno infatti suscitato l’interesse di Cassa depositi e prestiti che ha dato la disponibilità a lavorare su uno studio di fattibilità - a titolo gratuito, con una sua sezione ad hoc che si occupa di assistere gli enti locali - che possa verificare l’eventuale coinvolgimento di fondi d’investimento di Cdp o di Invimit (la società del Mef che si occupa di investimenti immobiliari) su progetti di interesse pubblico e collettivo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro