Non differentemente dai suoi predecessori, quantomeno gli ultimi tre, D’Agostino, Costa e Limardo, il nuovo sindaco della città, all’indomani delle amministrative previste per l’8 e il 9 giugno, dovrà dedicare una cura particolare ai conti ed al disavanzo dell’Ente. Il secondo dissesto, grazie ad una serie di strumenti emersi nella fase post-Covid e – bisogna dirlo – alla perseveranza dell’Amministrazione guidata da Maria Limardo, è stato evitato. Anche se – è opportuno precisare anche questo – siamo ben lontani da quel miracolo al quale si è gridato per lunghi mesi.
E allora, qual è lo stato dell’arte. Grazie ai circa 20 milioni di euro incassati dallo Stato centrale, il Comune ha visto diminuire il suo disavanzo fino a 31 milioni di euro. Successivamente, le Sezioni Riunite della Corte dei Conti, dichiarando inammissibile il Piano di riequilibrio perché approvato in costanza di dissesto, (il primo dissesto finanziario), hanno stabilito che l’Ente avrebbe dovuto accedere a nuovi strumenti per risanare il proprio disavanzo.
Da qui l’adesione al Patto salva-città, valido solo per pochissimi Enti sul territorio nazionale, 12 per l’esattezza, ad una serie di condizioni che costeranno lacrime e sangue ai cittadini.
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