A meno di 40 giorni dal voto, il sindaco di Vibo Maria Limardo ha illustrato la sua relazione di fine mandato. Dalla rigenerazione urbana con i tanti cantieri avviati, ai conti dell’Ente messi in ordine, da una città che nel 2019 quando si è insediata era in preda al degrado e alla spazzatura e che oggi invece offre ai cittadini un luogo pulito con una raccolta differenziata che ha raggiunto numeri efficienti. Ha sciorinato dati e cifre Maria Limardo. Risultati che però non le hanno fatto ottenere la riconferma dalla coalizione di centrodestra che la scelse nel 2019. Ad un certo punto nei mesi scorsi, l’impressione e’ che volesse andare avanti a tutti i costi, poi il passo indietro: “Ho capito che non c’era l’entusiasmo del 2019 attorno a me. Io mi devo sentire voluta e così non e’ stato”.
Alla domanda sul perché non era presente alla conferenza stampa di presentazione del candidato del centrodestra Cosentino, ha risposto: “Non sono stata invitata”. Tra le criticità emerse nel corso della legislatura, contrassegnata dalla maxi inchiesta Rinascita Scott e dal Covid, la mancata apertura della scala mobile, il parco archeologico che non e’ mai decollato, il parco urbano lasciato nell’abbandono. E poi il caso del teatro, inaugurato in pompa magna il 30 dicembre scorso con l’annuncio della stagione teatrale gestita dal teatro Parioli di Roma, la corsa affannosa, per usare un eufemismo, per arrivare alla “prima” del 14 febbraio e poi il blocco con una struttura cfr manca delle necessarie certificazioni. Polemiche infuocate in città e sui social e fine della corsa per un sindaco che aveva vinto cinque anni fa con quasi il 60% e che poi per strada ha perso la bussola senza ritrovarla.
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