Una storia nella storia. Finita la campagna elettorale, che poco sembra avere entusiasmato il capoluogo che ha dimostrato, però, di voler cambiare passo, c’è chi nella campagna elettorale si è immerso con il suo “obiettivo”. Un racconto fatto di immagini che, giorno dopo giorno, hanno preso forma. Con ironia, sagacia, eleganza. Arte che si è fatta satira. Satira che è divenuta storia.
Pagine di un libro in cui le parole non sono state necessarie. Hanno parlato le fotografie, scatti degli eventi che si sono susseguiti e che si sono intrecciati alle personalità che li hanno vissuti, ai loro percorsi politici.
Tonio Verilio, storico fotografo di Vibo è a Vibo che ha consegnato il suo “racconto”. Immagini che hanno dato voce ai personaggi che in questa campagna elettorale erano impegnati. Lui che della fotografia ne ha fatto un’arte. Un momento in divenire. Una ricerca continua. Tra cultura e innovazione.
L’inizio da ragazzo, la curiosità di un bambino che a otto anni riceveva la sua prima macchina fotografica. Poi, a 17 anni quella passione che cresceva con i primi scatti fatti in famiglia, alla sorella; quella passione che senti dentro e che nelle sue foto è viva. Piccoli passi, tanta gavetta. Un’immersione nelle riviste, nella moda, tra i grandi stilisti. E, poi, l’amore per Versace, ma soprattutto quell’estro ribelle che ha sempre vibrato e vibra ancora in Verilio che nello studio Krom, giorno dopo giorno, ha vissuto in pienezza quella passione. «Devi saper raccontare – spiega – non pensare ai soldi, perché senza passione non avrai mai successo. Tutti i grandi sono partiti dal basso, dalle difficoltà, ma hanno creduto in un sogno e hanno costruito qualcosa». Così ha fatto lui «e questo è l’unico modo per fare qualcosa di unico, di tuo».
Ed è così che ha iniziato a raccontare Vibo. Già negli anni ‘80 e ‘90 quando in piazza “immortalava” le storie dei ragazzi. Storie che oggi scorrono. Insieme alle nuove, quelle che raccoglie ogni giorno. Osservando. Perché la vera inquadratura è quella che riesce a fare Verilio. L’occhio che va oltre. «Fotografare significare documentare, ci sono foto che hanno segnato la storia, perché immortalano i luoghi, ciò che poi cambia e le foto restano per chi verrà dopo». Con questo spirito, infatti, Verilio segue le vicende della città e ha seguito tutti i candidati, gli eventi, le presentazioni. «Quello dei social oggi è un linguaggio. Ci sono migliaia di foto, ma è come se tutto passasse». Raccontare, invece, è il suo obiettivo. Lasciare di questo tempo a chi verrà.
E in questo percorso l’ironia è stata la protagonista, anche grazie alla sperimentazione che fa di Verilio un artista unico nel suo genere. Poltrone, orologi, colori hanno scandito la campagna elettorale. Da Romeo a Cosentino a Muzzopappa e fino ai candidati a consigliere. Un arcobaleno di sentimenti e giochi, che ha raccolto e regalato alla città e che oltrepassa i confini, considerato il seguito del fotografo vibonese. Perché l’arte può fare la differenza. Una questione di cultura. Attraverso le immagini che emozionano, fanno sorridere e riflettere.
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